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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2013 alle ore 22:25.
La nostalgia s'impadronisce dell'Ariston per la serata intitolata «Sanremo Story». Formula già collaudata in altre precedenti edizioni: i Big in concorso ripropongono i classici del repertorio del Festival. Si ascolta anche qualche esperimento interessante, come la rivisitazione jazzistica di Elisa per mano di Raphael Gualazzi. Clou comico, la comparsata di Rocco Siffredi e Luciana Littizzetto abbigliata come Caterina Caselli nel 1966, con tanto di parrucca a casco d'oro. «Mi sento a mio agio – commenta – come Giovanardi sul carro del gay pride». Trionfa in ogni caso la grandeur sanremese, a poche ore dall'annuncio del vincitore della categoria Giovani.
Performance cult alle 22.43, quando sul palco dell'Ariston è apparso il pornodivo Rocco Siffredi, definito dalla Littizzetto «un uomo, un Walter». Prima mette le mani avanti col pubblico («Scusate se mi trovate un po' rigido»), poi recita «Questo amore» di Jacques Prévert per introdurre Elio e le Storie Tese che, travestiti da nani con strumenti in miniatura, eseguono «Con un bacio piccolissimo» di Robertino. «È arrivato vicino e mi sono spaventata», dirà dopo la Littizzetto riferendosi a Rocco.
Lo spettacolo si apre con un cinegiornale d'epoca nel quale appaiono eroi del Festival che fu come Joe Sentieri, Tony D'Allara, Claudio Villa, Mina e Celentano. Un effetto vintage lega le immagini d'epoca a quelle in diretta dall'Ariston mentre la voce off di Fabio Fazio introduce Luciana Littizzetto «signora del Festival» con il tono che era degli annunciatori dell'Istituto Luce che fu. Lucianina scende la scala mobile e dissacra il cerimoniale: «Sai che a fare queste scale mi son venute le natiche di alabastro?». Ha indosso il vestito che Nilla Pizzi vestiva nel '52 quando cantò «Papaveri e Papere».
È appariscente ed enorme: «Mi sembra di avere addosso Platinette bagnata», commenta irriverente la co-conduttrice. E parte con l'introduzione della serata: «Una volta, ai tempi della Pizzi, le canzoni del Festival erano tristissime». Considerazione che dà il «la» a un breve monologo su testi come «Buongiorno tristezza», «Campanaro della val Padana per chi suoni la campana?» e «Vecchio scarpone», canzone che secondo la Littizzetto oggi «non farebbe nemmeno Diego Della Valle». Nella storia del Festival, ricorda la conduttrice, «c'è anche un pezzo intitolato "La mamma che piange di più". Tipo "C'è posta per te", insomma… Poi c'è "Povero amico mio". Chi è l'amico? Il cane di uno che è stato lasciato dalla sua donna».
Si passa alle esibizioni. Malika Ayane è la prima a guadagnare il palco: si cimenta con «Che cosa hai messo nel caffé» di Riccardo Del Turco un po' meno bossa nova dell'originale del ‘69, mentre due ballerini le costruiscono attorno una coreografia spiritosa. E la ragazza si scopre a sorpresa portata nel ballo. Un Daniele Silvestri con coppola omaggia Lucio Dalla in «Piazza Grande», direttamente dall'edizione '72. Versione rispettosa dell'originale ma intensa. C'è tempo per un'altra delle innumerevoli passerelle di questa edizione: serve a presentare la giuria di qualità presieduta da Nicola Piovani e composta da Eleonora Abbagnato, Stefano Bartezzaghi, Cecilia Chailly, Serena Dandini, Claudio Coccoluto, Rita Marcotulli, Paolo Giordano, Neri Marcoré e Nicoletta Mantovai Pavarotti. La giuria entra per la prima volta in gioco per scegliere il vincitore della categoria Giovani.
Tornando alle esibizioni, svolta culturale delle ragazze di «Amici» di Maria De Filippi: Annalisa, col supporto di Emma, canta «Per Elisa», scritta da Franco Battiato per Alice che vinse il Sanremo del 1981. Non devono averne capito molto lo spirito, considerando l'interpretazione tutta grinta. I Marta sui Tubi con Antonella Ruggiero rispolverano «Nessuno» di Betty Curtis e Wilma De Angelis, brano 1959. Esperimento interessante tra la ballad jazzy e lo swing più saltellante.
Siparietto tipicamente «faziano» quello che vede riapparire i «figli di» (o, nella versione della Littizzetto, «i grandissimi figli di») che presentarono l'edizione '89: un Gianmarco Tognazzi con parrucca posticcia, Rosita Celentano, Danny Quinn e Paola Dominguin. Fazio propone un un montaggio delle loro papere storiche. Loro giocano a fare gli autoironici e annunciano, con qualche papera di maniera, l'esibizione di Raphael Gualazzi che propone un'originalissima «Luce (Tramonti a Nordest)» con la quale Elisa si affermò nel 2001. Bravissimo.
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