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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2013 alle ore 07:38.

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«Argo» batte tutti: eccezionalmente e a sorpesa annunciato da Michelle Obama, in diretta dalla Casa Bianca, l'Oscar per il miglior film è andato alla pellicola di Ben Affleck ambientata nell'Iran del 1979. La storia vera dell'incredibile missione architettata dalla Cia per salvare sei funzionari americani bloccati a Teheran, camuffati da troupe cinematografica in cerca di location per una produzione hollywoodiana, ha conquistato anche i membri dell'Academy, dopo il trionfo ai Golden Globe e ai Bafta Awards.

Il maggior numero di statuette è invece andato a «Life of Pi» di Ang Lee. Daniel Day-Lewis ha portato a casa la sua terza statuetta come miglior attore per «Lincoln« e Jennifer Lawrence è stata incoronata come miglior attrice per «Silver Linings Playbook». Rimane a mani vuote Steven Spielberg, che torna a casa senza la statuetta come miglior film o miglior regista, dopo che il suo «Lincoln» aveva ottenuto 12 nomination. L'Oscar come miglior film straniero è andato ad «Amour», del regista austriaco Michael Haneke.

Il film di Affleck (che come regista continua a convincere più che come attore) è un prodotto piuttosto classico, con il quale i giurati hanno puntato sul sicuro: un omaggio al cinema americano impegnato degli anni '70, solidamente ancorato a una messa in scena rigorosa, a cui manca però quel guizzo d'originalità presente in altri titoli candidati, come «Zero Dark Thirty» di Kathryn Bigelow, ingiustamente snobbato nelle categorie principali (un solo Oscar, per il miglior montaggio sonoro), o «Re della terra selvaggia», folgorante esordio di Benh Zeitlin rimasto senza alcun riconoscimento. Oltre al titolo di miglior film, «Argo» ha anche vinto i premi per la miglior sceneggiatura non originale e per il miglior montaggio.

La grande sorpresa della serata è arrivata dall'Oscar per il miglior regista, dove Ang Lee («Vita di Pi») è stato preferito al grande favorito Steven Spielberg («Lincoln»).
Il film dell'autore taiwanese, ispirato al romanzo omonimo di Yann Martel, ha ottenuto in totale quatto statuette (record della serata): oltre alla regia, è stato premiato per gli effetti speciali (grazie a un uso innovativo della computer grafica), per la fotografia e per la colonna sonora. In quest'ultima categoria, tra gli sconfitti troviamo Dario Marianelli, unico italiano in gara, compositore di «Anna Karenina» di Joe Wright.

Ampiamente annunciato il premio a Daniel Day-Lewis («Lincoln»), già miglior attore protagonista ne «Il mio piede sinistro» (1990) e «Il petroliere» (2008), arrivato ad alzare il suo terzo Oscar per la mimetica interpretazione del sedicesimo presidente degli Stati Uniti.

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