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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2013 alle ore 14:33.

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(Corbis)(Corbis)

Le turbolenze nella zona Euro sembrano non finire mai: tra vuoti d'aria e scompensi pressori la navigazione è ancora densa di perturbazioni. Mentre aumentano le richieste di salvataggi a mamma Europa, dopo la Grecia ora tocca a Cipro, l'insofferenza verso la zona Euro e la sua moneta unica aumentano. Ma perché l'Euro è sempre meno amato? Ne parliamo con lo storico e saggista Alessandro Marzo Magno, autore de «L'invenzione dei soldi. Quando la finanza parlava italiano» per i tipi di Garzanti.

Partiamo con un po' di storia: la moneta di Creso
«Ricco come un Creso» ancora oggi usiamo questo detto che rimanda a un'antica tradizione che vuole che la moneta (d'oro o argento) sia stata coniata per la prima volta da Creso, re di Lidia, nel VII secolo a.C.. In un esemplare di questa moneta d'oro del 550 a.C., conservata al British Museum, è inscritto un simbolo: un leone e un toro che si fronteggiano. Ha una purezza superiore a quelle precedenti e un valore superiore per la presenza dei due animali (le monete di minor valore mostravano solo una zampa di leone). Ma quello che le differenzia dagli esperimenti precedenti è l'intuzione di Creso che decise che lo stato doveva emettere monete di purezza e peso standard con tanto di marchio di garanzia.Una siffatta moneta dava fiducia, non solo al popolo, ma anche ai Paesi vicini che la mantennero anche dopo che la Persia conquistò il regno di Lidia. Nei secoli successivi l'uso di coniare monete si diffuse dunque nell'Impero Persiano e nelle città greche. Qui nel 305 a.C. ad Alessandro il Macedone, uno dei più celebri conquistatori e strateghi della storia, venne dedicata la prima moneta della storia che rappresentava un sovrano. Oltre alla fiducia la moneta si faceva dunque caric0 di un altro valore simbolico quello di potenza e gloria. Un altro grande condottiero Carlo Magno, imperatore del Sacro romano impero, riuscì grazie alle sue conquiste a propagare fino all' India il suo sistema monetario: unica moneta coniata era il "denaro". Tornando ai nostri tempi ci sono altre monete in corso che riproducono l'effigie di figure di spicco che continuano a circolare e trasmettere una patina di autorevolezza: Mao sui renminbi, George Washington sui dollari, la regina Elisabetta II sulla sterline. Si tratta di monete rispettate dai mercati e molto iconiche».

Sono i simboli a fare la moneta più forte e rispettabile?
«La parola chiave ieri come oggi è fiducia. Non sono le facce dei leader a fare la differenza ma la stima che gli altri hanno nei rappresentanti di quei Paesi e nelle loro economie. Ritornando al passato nel Rinascimento erano il fiorino fiorentino e il ducato veneziano a circolare nel bacino mediterraneo fino ad Alessandria d'Egitto, poiché quei territori erano all'epoca indiscutibilmente modelli nei commerci e nelle arti. I banchieri rinascimentali erano talmente degni di fiducia e trasparenza che i loro documenti avevano valore di prova in tribunale».

Dunque, euro debole non solo per ponti e archi?
«Per evitare discriminazioni tra i Paesi aderenti all'Euro si sono scelti dei simboli universali, archi e ponti che uniscono, collegano realtà così diverse, ma che hanno decisamente scarso fascino, non rappresentano niente e nessuno a noi vicino: né capolavori, né maestri delle Arti riconoscibili (nonostante il primato di bellezza che ci spetta riconosciuto dall'Unesco) . Quello che però è venuto a mancare nel frattempo è la fiducia nei rappresentanti politici e statisti, quali in passato erano Helmut Kohl e Francois Mitterand. Fu Kohl, ad esempio, che contro il parere di tutti gli economisti riunificò le due Germanie anche monetariamente con un cambio alla pari. Poco dopo la riunificazione tedesca ebbe il via il Trattato di Mastricht e sono molti a pensare che l'unione monetaria europea non sarebbe stata mai realizzata senza la riunificazione tedesca».

Contro i nazionalismi nonostante la mancanza di geni e strateghi
«L'Euro ora ha perso rispettabilità e rispecchia appieno la debolezza dell'Unione europea. La moneta è sempre stata fin dal regno dorato di Creso un fatto politico e continua a circolare anche in Europa nonostante la pazzia e la poca lungimiranza dei suoi rappresentanti. Le ricorrenti spinte nazionalistiche, -anche in Germania si affacciano movimenti anti Euro come "Alternativa tedesca" guidato dall'ex presidente della Confindustria Olaf Henkel- non l'affosseranno, perché fa comodo a tutti. E continuerà a vivere senza "padrini"».

Alla ricerca del marchio perduto: un cavallino rampante ci salverà?
Sono passati tempi dei volti di Maria Montessori e Giuseppe Verdi stampati sulle mille lire, o di Carlo Ghega (nato a Venezia e morto a Vienna) ingegnere dell'Ottocento conosciuto come uno dei più geniali costruttori di ferrovie che ebbe l'onore di essere stampato sulla banconota da 20 scellini austriaci. Ora probabilmente potremmo scegliere i prodotti di esportazione che ci rendono ancora famosi al mondo: il cavallino rampante della Ferrari, il marchio del Parmigiano Reggiano, una borsa di Prada. Sempre che si torni alla lira...

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