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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2013 alle ore 10:19.
L'ultima modifica è del 19 novembre 2013 alle ore 17:44.

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L'Argentina si oppone alla sepoltura di Erich Priebke nel paese. In un twitt, il ministero degli Esteri di Buenos Aires ha reso noto che il ministro degli Esteri Hector Timerman «ha dato ordine di non accettare alcuna misura che consenta l'ingresso dei resti del criminale nazista Erich Priebke in Argentina». «Gli argentini non accettano questo tipo di affronti alla dignità umana», ha reso noto la stessa fonte dopo l'annuncio di ieri secondo cui Priebke sarebbe stato sepolto a fianco della moglie a Bariloche.

I funerali si svolgeranno a Roma, probabilmente martedì. La cerimonia funebre sarà celebrata in una chiesa del centro della Capitale. A riferirlo è Paolo Giachini, avvocato di Priebke. Il sindaco della capitale Ignazio Marino afferma di non essere a conoscenza dei funerali. Il Questore di Roma Fulvio Della Rocca, d'intesa col prefetto Giuseppe Pecoraro, vieterà qualsiasi forma di celebrazione in forma solenne.

L'ex capitano delle SS Erich Priebke, condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine, è morto ieri a Roma. Il 29 luglio aveva compiuto 100 anni. A darne notizia é stato il legale ed amico («per me é stato come un padre», ha ammesso) Paolo Giachini, secondo cui Priebke é stato trovato privo di vita all'ora di pranzo sul divano dell'abitazione di via Cardinal San Felice, dove scontava i domiciliari dal '98.

«Da alcuni giorni non stava bene, alcuni medici lo seguivano - ha confermato Giachini - ma é stato lucido fino alla fine. L'ultima volta che l'ho sentito é stato ieri sera. È sicuramente morto di vecchiaia».

Nessuna camera ardente, per lui «c'é un posto accanto alla salma della moglie», a Bariloche, in Argentina ma «é ancora un'ipotesi perché ci sono aspetti burocratici da affrontare», aveva annunciato l'avvocato. Oggi il niet alla salma da Buenos Aires.

Mai una parola di pentimento per il proprio passato, mai un'espressione di comprensione per le vittime o le loro famiglie: Priebke é rimasto fedele a se stesso, ed a quello che ha fatto. Lui e Kappler stavano percorrendo a piedi la breve strada che unisce Villa Wolkonski a Via Tasso, il 23 marzo 1944, quando seppero dell'attentato a Via Rasella. Hitler ordinò prima la distruzione di Testaccio e San Lorenzo, poi si optò per la rappresaglia del 10 a 1: dieci fucilati per ogni tedesco ucciso. A fare la lista, nel corso di una notte, fu Kappler. E alla fine sui camion diretti alle vecchie cave di tufo dell'Ardeatina finirono in 335, contro i 330 previsti. Tutti uccisi a gruppi di cinque.

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