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Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2013 alle ore 07:10.
L'ultima modifica è del 22 novembre 2013 alle ore 21:14.

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Dopo il grande successo della prima edizione la sede del Sole 24 Ore ha ospitato la seconda edizione degli Stati Generali della Cultura, promossi dal Sole 24 Ore in collaborazione con Fondazione Roma, con il titolo «Realizzare l'articolo 9 della Costituzione».

Progetto capitale annuale della cultura
Scegliere ogni anno, a partire dal 2014 «il progetto di una città che diventi quell'anno la capitale italiana della cultura» in modo da «mettere le città italiane in concorrenza fra loro e stimolare gli investimenti privati». È l'idea lanciata dal premier Enrico Letta in video conferenza agli Stati generali della cultura. Il premier ha parlato di progetto annuale, «con stanziamento pubblico che faccia da abbrivio». E ha delineato un «percorso per selezionare, tramite una commissione di esperti, il migliore progetto tra quelli presentati dalle varie città». L'obiettivo per Letta è avere già nel 2014 la prima capitale italiana della cultura. E il premier ha lanciato una data: il 27 maggio, ossia l'anniversario dell'attentato (nel 1993) di via dei Georgofili a Firenze. «Sarebbe una data simbolo - ha spiegato il premier. Serve collaborazione di tutti».

Squinzi: risorse per il credito d'imposta per la ricerca
Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, intervenendo agli Stati generali della cultura, ha chiesto al governo risorse per il credito d'imposta sulla ricerca. E ha ammonito: «se non si riescono a trovare le risorse per il credito di imposta per la ricerca vuol dire che abbiamo dimenticato cosa serve per uscire da questa situazione» attuale di crisi.

Letta: fondi per la ricerca nel collegato sviluppo
E Letta ha provato a tranquillizzarlo, annunciando imminenti stanziamenti. «La settimana prossima - ha assicurato - nel cosiddetto collegato sviluppo alla legge di stabilità, ci sarà una significativa dotazione finanziaria per il credito d'imposta sulla ricerca».

Destinazione risparmi spending review da decidere con parti sociali
Il presidente del Consiglio si è poi detto disponibile a discutere con le parti sociali della allocazione delle risorse derivanti dalla spending review. L'obiettivo, ha spiegato, è evitare che i risparmi «finiscano nel calderone» come temono gli imprenditori. «Per questo - ha detto - abbiamo deciso che tutte le risorse della spending andranno a finire su tre obiettivi: riduzione delle tasse sul lavoro, investimenti produttivi in settori come la cultura, la ricerca e l'innovazione, e riduzione del debito e del deficit».

Squinzi: più coraggio su privatizzazioni e cuneo
Squinzi non si è sottratto. E lo ha fatto rilanciando. «Le tre priorità individuate dal Governo sono pienamente condivisibili», ha sottolineato il numero uno di Viale dell'Astronomia, commentando i tre capitoli su cui l'Esecutivo intende concentrare le risorse della spending. Tuttavia «l'intervento sul cuneo fiscale è ed era assolutamente prioritario, come era prioritario il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione. Qualche cosa sta cambiando, ma per noi in maniera insufficiente» Mentre sulle privatizzazioni ha chiesto più coraggio. «Siamo d'accordo con il Governo sulla visione e sull'impostazione ma non siamo d'accordo sulla rapidità, sulla velocità e sulla quantità. Chiediamo un salto di qualita», ha detto.

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