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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2014 alle ore 06:22.
L'ultima modifica è del 04 marzo 2014 alle ore 07:34.

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Toni Servillo e Paolo Sorrentino (Reuters)Toni Servillo e Paolo Sorrentino (Reuters)

Sono le 3,45 ora italiana quando dal Dolby Theatre di Los Angeles Ewan McGregor e Viola Davis annunciano l'Oscar a "La Grande Bellezza" di Paolo Sorrentino. E lui, visibilmente emozionato - con al fianco un compiaciuto Toni Servillo e il produttore Nicola Giuliano -risponde con un "grazie alle mie fonti di ispirazione Federico Fellini, Martin Scorsese, i Talking Heads ( autori del brano che ha dato il titolo ad uno dei suoi film, "This must be the place") Diego Armando Maradona, a Roma, a Napoli e alla mia più grande bellezza personale, Daniela, Anna e Carlo".

E così dopo 15 anni dalla statuetta conquistata da Roberto Benigni con "La vita è bella" torna in Italia il premio per il miglior film straniero.

Si è così conclusa al top la marcia trionfale de "La Grande Bellezza" di Sorrentino. Il film aveva già conquistato prima il premio europeo Efa, a gennaio il Golden Globe, poi il Bafta, l'Oscar britannico. Sorrentino ha battuto "Albama Monroe-Una storia d'amore" del belga Felix Van Groeningen, "Il sospetto" del danese Thomas Vinterberg, "The Missing Picture" del cambogiano Rithy Panh e "Omar" del palestinese Hany Abu-Hassad.

"12 anni schiavo" di Steve McQueen è invece il premio Oscar come miglior film del 2014. Il film, ispirato ad una storia vera, ha battuto "American Hustle" di David O. Russell, "Captain Phillips" di Paul Greengrass, "Dallas Buyers Club" di Jean-Marc Vallée, "Gravity" di Alfonso Cuaron, "Her" di Spike Jonze, "Nebraska" di Alexander Payne, "Philomena" di Stephen Frears e "The Wolf of Wall Street" di Martin Scorsese.

L'Oscar come miglior attrice protagonista è andato all'australiana Cate Blanchett (il suo secondo dopo quello come non protagonista in "The Aviator" di Martin Scorsese) per il ruolo di una donna nevrotica dell'upper class di New York caduta in disgrazia dopo la bancarotta del marito in "Blue Jasmine" di Woody Allen.
Blanchett ha sconfitto Amy Adams in "American Hustle", Sandra Bullock in "Gravity", Judi Dench in "Philomena" e Meryl Streep ne "I segreti di Osage County". Matthew McConaughey ha vinto l'Oscar quale migliore attore per "Dallas Buyers Club" in cui intepreta un omofobo che si ammala di Aids per la sua vita sessuale promiscua e fa della sua malattia una ragione prima di business e poi di vita. McConaughey ha sconfitto Christian Bale ("American Hustle"), Bruce Dern ("Nebraska"), Leonardo DiCaprio ("The Wolf of Wall Street"), per l'ennesima volta rimasto a bocca asciutta, and Chiwetel Ejiofor ("12 anni schiavo").

Alfonso Cuaron ha vinto il premio Oscar come miglior regista, portando a sette il totale delle statuette conquistate dal suo film. Oltre alla regia Gravity ha vinto l'Oscar per: effetti speciali, mixaggio sonoro, montaggio sonoro, colonna sonora, fotografia e montaggio.

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