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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2014 alle ore 07:59.

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CON I SOLDI DI I'LL BE YOUR
MIRROR CI FAREI...
Giulia Cavaliere Collaboratrice di Sentireascoltare e di Rolling Stone
«Come sarebbe straordinario se tutti gli innamorati senza soldi, quelli che vivono lontani, non possono incontrarsi e non hanno mai avuto modo di stare insieme da soli, potessero beneficiare di un fondo che consentisse loro di prendere un treno, un aereo o un metrò e incontrarsi in una strada, chiudersi in una stanza d'albergo e uscire dopo aver fatto tutto ciò che vogliono. Una quantità di denaro versata in base a un inviolabile Diritto Amoroso, che possa assicurare a due amanti di dirsi le cose guardandosi negli occhi, di avere più di qualche metro di cemento di città per parlarsi, stringersi, spogliarsi. Un luogo che dia loro sicurezza, dove ci si possa dire, quando tutto fuori è incerto, precario, messo inutilmente in discussione: "Let me stand to show that you are blind / please put down your hands / 'cause I see you"».

CON I SOLDI DI HEROIN CI FAREI...
Rick Moody Scrittore. In Italia è stato tradotto da minimum fax e Bompiani
«Mi piacerebbe usare le royalties di Heroin per finanziare dei workshop di poesia per il mio Paese, in modo da portare gli Stati Uniti in un percorso di disintossicazione e rehab».

CON I SOLDI DI WHITE LIGHT/WHITE HEAT CI FAREI...
Edoardo Camurri Conduttore tv, giornalista e scrittore
«Ho deciso di finanziare la militanza politica di Maureen Tucker, percussionista ormai nonna dei VU, nel Tea Party. Mi sembra la cosa giusta da fare. Quando un anno fa è venuta fuori la notizia, in molti l'avrebbero presa volentieri a testate. L'opinione pubblica riteneva impossibile che un membro dei VU potesse condividere le idee di quegli zoticoni reazionari ed egoisti. Lou Reed stava infatti a New York, passeggiava con Laurie Anderson, fotografava retoricamente il fiume Hudson, praticava il Tai Chi, beveva acqua Evian e sosteneva Occupy Wall Street. Era diventato un personaggio fuori tempo massimo di una nuova Manhattan di Woody Allen. Moe invece no. Moe era ancora una dei VU, i VU secondo i quali i figli dei fiori erano degli idioti, i VU arrabbiati, che odiavano ogni cosa avesse un messaggio edificante. Per questo motivo la canzone per finanziare Moe è White Light/White Heat. Questa canzone è l'inizio del punk. L'epoca in cui il rock'n'roll non stava ancora dalla parte giusta delle cose».

CON I SOLDI DI FEMME FATALE CI FAREI...
Sabina Barcucci Architetto, gestisce il Fablab del Muse di Trento. Organizza e scrive di
open culture, design e scienza
«Premessa: Femme Fatale venne commissionata da Andy Warhol e pensata per Edie Sedgwick, modella e attrice del giro Factory. Le royalties potrebbero servire a finalizzare un progetto dedicato alle star adolescenti di Instagram, in età tra gli 11 e i 15 anni, che ogni giorno ricevono migliaia di like per i selfie postati in Rete. Di norma vengono cooptate dalle case discografiche senza che nessuna qualità - se non quella di essere belli e popolari online - li caratterizzi offline. Come nel caso di Benjamin Lasnier, sosia danese di Justin Bieber, prossimo al milione di follower su Instagram. Recentemente è stato messo sotto contratto dalla Sony, solo per l'incredibile popolarità. L'idea è di usare le royalties per finanziare una mentorship ad hoc erogata da personalità autorevoli (Laurie Anderson, Blixa Bargeld, Brian Eno, Aphex Twin?). Lo scopo è favorire la maturazione del talento delle baby star. Anche perché dovremo sorbircele negli anni a venire».

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