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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2014 alle ore 07:59.

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CON I SOLDI DI PALE BLUE EYES CI FAREI...
Francesco Bertocco Artista visivo
«Ammetto, ho un debole per le ballate di Lou Reed, per quel suo lato da compositore professionista precedente all'incontro con John Cale. È in questa parte del suo universo lirico che mi sono sempre un po' lasciato andare a un ascolto di pancia. Appena ho saputo che sarei diventato l'unico beneficiario dei diritti di Pale Blue Eyes, ho riletto il testo – "If i could make the world as pure and strange as what I see" – e ho realizzato: Pale Blue Eyes deve raggiungere tutti. È per questo che ho realizzato l'app che vi sto presentando. Lou Reed canterà per voi: dovete soltanto digitare il vostro nome, o quello di un'altra persona, e Lou Reed parlerà per mezzo del suo avatar. "Thought of you as everything"».

CON I SOLDI DI BOY BAND CI FAREI...
Luca Restivo Autore satirico, lavora per La7
«Con le royalties di Boy Band mi piacerebbe comprarci una catena di palestre, ecco, affinché nessuno possa più dire: "Io soffro lo stress, io soffro lo stress, sono stanco e fuori forma". Grandissimi Velvet, non vi ho mai dimenticato». (Nda: quasi omonimi dei VU, i Velvet sono una band romana che nel 2001 fece successo con – appunto – il singolo Boy Band).

CON I SOLDI DI VENUS IN FURS CI FAREI...
Bertram Niessen Ricercatore, artista elettronico e attivista
negli ambiti dell'open culture e delle economie p2p
«Userei le royalties di Venus in Furs per la costruzione di una rete globale di centri per il Bdsm pride. In ogni centro, la strumentazione per le sessioni bondage-sadomaso sarebbero connesse wireless con una rete di sensori (di temperatura, movimento, accelerazione, prossimità, ecc.) che trasmettono informazioni in tempo reale sulle pratiche dei partecipanti. I movimenti dei corpi e degli attrezzi andrebbero così a influire su una serie di parametri all'interno di un sistema articolato di remix permanente di Venus in Furs. La lunghezza e il tipo dei campioni audio; i filtri sulle frequenze; il numero di livelli che si sovrappongono: tutto sarebbe controllato da un sistema collegato al numero e all'intensità delle frustrate, alla quantità di nodi sul corpo del partner.
Un rave party sadomaso perenne in cui corpi, ambiente e suono sono
immersi in un meccanismo di feedback permanente».

CON I SOLDI DI PERFECT DAY CI FAREI...
Martina Angelotti Curatrice indipendente
e critica d'arte
«Perfect Day, come ogni canzone, ha un valore universale. Ciascuno la può cantare e servirsi della fantasia di un tossico di New York e della malinconia di un poeta come Lou Reed. Sarebbe bello se potessimo reinvestire, più che il denaro, il capitale umano che questo pezzo ha generato nel privato di ciascuno. Potremmo considerare Perfect Day una suggestione di partenza per formulare un nuovo calendario e chiederci che cosa sia un "Perfect Day". Anziché santificare i morti, potremmo santificare qualcosa in grado di creare condivisione: sociale, politica e poetica. Allora:
il Giorno dell'Alieno, in cui invitare a casa la prima persona che s'incontra per strada; il Giorno del Riscaldamento, in cui bruciare pezzi di storia collettiva; il Giorno dell'Autostop, in cui si salta sul primo mezzo che passa; il Giorno del Nuovo Nome, in cui ci si cambia nome, come in un'azione di psicomagia, e quindi si diventa qualcun altro e si fanno cose che non faresti mai».

CON I SOLDI DI AFTERHOURS CI FAREI...
Francesco Tenaglia Scrive per Blow Up e Kaleidoscope
«I'm Sticking with You è il lato dei Velvet che ha ispirato figliocci agrodolci e crepuscolari, come Galaxie 500, Yo La Tengo, Spiritualized. Lou e Moe tengono a cuccia il mondo non con un party infinito (come in Afterhours), ma con un abbraccio a due. Parte del fascino della ripetizione nella musica minimal risiede nel meccanismo che ci fa risuonare brandelli di canzoni in testa, che ci costringe a canticchiarli finché non cediamo, schiacciando di nuovo il tasto play. Ascolto spesso la coda che chiude e occupa il grosso di questa canzone: mi crogiolo nella breve vacanza dalla realtà che inizia all'ingresso della batteria. Con le royalties commissionerei lunghe reinterpretazioni – venti, trenta minuti – a compositori avventurosi come Eiko Ishibashi, Oneohtrix Point Never, Richard Youngs o Giuseppe Ielasi. In fondo la canzone lo confessa fin dall'inizio: "Mi sto attaccando a te / perché sono fatto tutto di colla"».

CON I SOLDI DI VENUS IN FURS CI FAREI...
Il Flai Chitarra e voce della band I Demoni
«L'incontro tra Oguz Bana e Sertan Pekan avviene in uno studio di registrazione di Istanbul nel periodo in cui la polizia turca reprime le proteste di piazza. Oguz è accompagnato dalla produttrice Sezen Aksu. Sertan ha un bel pacchetto di sample. Il suo preferito è quello realizzato sull'ossessivo giro di chitarra di Venus in Furs, canzone che il giovanissimo Oguz non ha mai sentito in vita sua. Mentre ascolta il sample, Oguz sta già buttando giù il testo. Un mese dopo, la canzone frutto di quell'incontro, Guzel ve akilli ("Bella e intelligente") conquista le classifiche in Turchia, Grecia, Macedonia, surclassando l'idolo delle folle Tarkam, e diventando un simbolo per le giovani donne turche».

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