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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2014 alle ore 10:37.
L'ultima modifica è del 15 aprile 2014 alle ore 10:44.

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Maria Bartiromo (Olycom)Maria Bartiromo (Olycom)

NEW YORK – Tempi di premi Pulitzer, il Nobel del giornalismo scritto in America, tempi di riflessioni sulla professione: Il premio più importante, quello sulla responsabilità civica se lo sono diviso l'edizione americana del Guardian e il Washington Post per gli articoli sullo spionaggio della NSA. Sono loro, dopo un lavoro di settimane con la fonte principale, l'ex analista Edward Snowden, ad aver dato per primi la notizia dello scandalo NSA, la storia dello spionaggio globale su decine di milioni di persone organizzato dal governo americano per proteggersi dal terrorismo. La notizia ha fatto il giro del mondo. Ha creato frizioni diplomatiche fra alleati. Ha portato il Presidente del Brasile Dilma Rousseff a a cancellare una visita di stato negli Stati Uniti. Ha dato il destro a Vladimir Putin per "offendere" di nuovo l'America di Obama con l'offerta di asilo politico a Snowden. Offerta legittimata dopo il Pulitzer di ieri.

Questo per dire che il giornalismo scritto, quello dei vecchi giornali, quello della ricerca approfondita, della verifica della notizia e dell'inchiesta continua a trionfare sugli altri medi, sul mordi e fuggi dei siti Internet, sulla spettacolarita' del giornalismo televisivo.
Resta il fatto che i due giornali vincitori del premio hanno hanno si' un ruolo di controllo, ma sono anche stati destinatari passivi di materiale inviato volontariamente da una persona con motivazioni idealiste, politiche o addirittura antiamericane a seconda dei punti di vista. E dunque proprio oggi, quando da una parte sembra che nulla possa sfuggire ai controlli della tecnologia digitale eppure allo stesso tempo un aereo tailandese puo' sparire nel nulla, una riflessione per capire a che punto si trovi il giornalismo attivo che vuole scavare, analizzare, comprendere la vera dinamica di certi fatti al di fuori di motiviazioni politiche o economiche diventa chiave.

Soprattutto per chi opera nel giornalismo economico e finanziario. Ad esempio, cosa significa oggi fare giornalismo finanziario, informare sulla trasrenza di mercato quando la tecnologia batte persino gli stessi operatori e i loro ordini in attesa di esecuzione come abbiamo visto con il libro di Michael Lewsis sull'hypetrading e front trading?
Sapevamo da tempo e lo sapeva l'FBI di operatori che ottengono informazioni su acquisti grazie a computer superveloci che consentono a un operatore di correre davanti a un ordine di acquisto o di vendita gia' partito. E come comportarsi davanti alle "strategie mediatiche" di grandi gruppi finanziari o industriali che cercano di fare passare messaggi utili al loro business sia per questioni di marketing che di mercato? C'e' un rischio di manipolazione? O di chiusura delle fonti ufficiali? Ne parlo con Maria Bartiromo, star della televisione finanziaria che vinto Emmy awards, i premi riservati alla Televisione americana e che oggi riceve a Washington il premio giornalistico "URBINO PRESS AWARD 2014" nel corso di un evento organizzato dall'Ambasciatore d'Italia a Washington Claudio Bisogniero nella nostra Ambasciata.

Vediamo intanto chi è Maria Bartiromo. Newyorchese DOC, nata a Bay Ridge a Brooklyn l'11 settembre 1967 nel 1988 comincia come stagista di CNN per 5 anni, nell'agosto del 1993 approda a CNBC dove è stata la prima giornalista a condurre un programma quotidiano in diretta dal NYSE. Nel novembre del 2013 annuncia la sua intenzione di lasciare CNBC per la Fox Business Network. Dal 1999 è sposata con Jonathan Steinberg, ad di Wisdom Tree Investments e figlio del noto finanziere Saul Steinberg, mancato un paio di anni fa. Maria ha cambiato il giornalismo finanziario televisivo. Il controllo del mezzo nel suo caso di fatto inverte le parti: una sua parola, un suo commento per influenzare gli ordini di acquisto a livello globale. Ecco dunque il resoconto di una mia intervista con lei proprio oggi, quando la globalita' del premio Pulitzer collima con un premio "americano" voluto dalla citta' di Urbino. Il suo messaggio chiave? La responsabilita', la professionalita', la credibilita', soprattutto oggi, restano ancore centrali per la professione giornalistica, soprattutto oggi. Guai a cedere alla superficialita' alla tentazione del sensazionalismo. Fatti concreti e analisi contro il pettegolezzo restano oggi piu' che mai centrali per svolgere questa professione, soprattutto nel settore economico e finanziario.

Maria, come reagisci al fatto che oggi, nel tempi di Internet ci sia un bombardamento continuo di notizie da ogni parte, cosa che rende spesso difficile distinguere il vero dal falso. Come riesci ad identificare la cosa giusta?
C'è sicuramente un bombardamento dell'informazione, ognuno di noi riceve un flusso continuo di informazioni da Twitter, dalle agenzie, dalle tv e dai giornali e sicuramente per i singoli sta diventando sempre più difficile separare ciò che è importante da ciò che non lo è. Io ho scritto un libro su questo 15 anni fa dal titolo "Separating the news from the noise and making money in any economy","dividiamo il rumore dalle notizie" quindi era già un problema allora e oggi è un problema ancora più grande. Dunque per individui e per investitori oggi è molto importante non farsi distrarre dal "rumore" e aspettare a reagire prendendo il tempo per capire cosa è importante e cosa no. E questo è quello che faccio io.

L'accesso alle fonti finanziarie. Si dice che le banche siano chiuse, che le aziende non vogliano parlare con i giornalisti, è vero?

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