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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2014 alle ore 09:34.
L'ultima modifica è del 24 maggio 2014 alle ore 09:40.

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Sanno tutto di te. Ognuno ne sa un pezzettino, e combinando tutti i pezzi non hai più segreti. L'Esselunga sa che non stai affatto seguendo quella dieta Dukan: pensavi davvero di poter accumulare Punti fragola comprando birre e che nessuno se ne accorgesse?
Facebook sa che non hai affatto tanto da lavorare, come hai detto a tua madre per non andarla a trovare: nelle ultime 48 ore hai postato cinque autoscatti fatti a prolungati happy hour, e hai cliccato su tre check-in presso alcuni all-you-can-eat di sushi. E infatti la tessera che ti dà il dieci per cento di sconto alla farmacia sa che stamattina hai comprato un flacone di Maalox.

WhatsApp sa che, mentre quella povera donna dormiva ignara, ti sei chiuso in bagno a sextare con una abbastanza disperata da darti corda a certe ore; d'accordo, non hanno una conferma ufficiale del punto della casa, a meno che tu non sia stato così fesso da geolocalizzarti in bagno, ma suvvia: un last seen alle 3 e 20 di notte, per un convivente, significa «chiuso al cesso» in tutte le lingue del mondo.
«Qualcuno ti sta guardando» è lo slogan di Person of Interest, telefilm della Cbs la cui trama ruota intorno a quello che una volta avremmo chiamato un cervellone elettronico («The Machine», la chiamano loro) che – utilizzando un po' tutto, dalla webcam del nostro portatile alle telecamere di sicurezza delle banche – tutto vede e tutto sa. Lo fa per proteggerci, la machine. Il guaio sono gli altri (gli altri telefilm). A un certo punto, un paio d'anni fa, avevano tutti telecamere in casa. Il reduce di Homeland (lo spiava la tizia della Cia). La protagonista di Scandal (la faceva spiare il Presidente). Pressoché chiunque, spiato da chiunque, in Revenge.

Ora, è ovvio che la paranoia indotta da questo nuovo genere narrativo non sia stata affatto riposante, e le nostre spropositate reazioni siano quindi condonabili. Se ci spiavano in continuazione, non potevamo mangiare gli avanzi di pizza fredda dal cartone. Certo, in Scandal lui si innamora di lei sebbene la veda, appena uscita dalla doccia, riccia – ma siamo seri: nella vita non succede. Nella vita vera nessuno s'innamora vedendoti al naturale, si sa; mentre che nella vita vera potessero esserci telecamere in casa nostra è un fatto di cui nessuna sospensione della creduloneria ci ha mai fatto dubitare. Certo, che eravamo spiati anche noi. Voglio dire: siamo interessanti, no?
Solo che, se sanno tutto di noi, non è perché ci spiano: è perché non vediamo l'ora di raccontarglielo: la British Airways saprà pure che prenoto coincidenze comode, ma non saprebbe che passo le lunghe soste a Heathrow a mangiare patatine all'aroma di miele e senape nella lounge, se le foto di quelle patatine io non le propinassi in continuazione a chi mi segue su Twitter. Diciamo «Guardami!», e poi sbraitiamo contro l'invadente usanza di guardarci.

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