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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2010 alle ore 08:07.
L'ultima modifica è del 14 maggio 2010 alle ore 09:44.
Una chiamata alle armi rivolta al mondo dell'editoria, per cavalcare (e non subire) il processo di digitalizzazione della carta fornendo un canale di distribuzione efficiente per i libri elettronici. Ma anche il tentativo di andare a recuperare valore su una filiera sfuggente come quella legata alla "vecchia" stampa, almeno nella dimensione riscritta della virtualità.
Telecom Italia presenterà oggi al salone del libro di Torino (Padiglione 2, stand K22-L25) una piattaforma per la distribuzione degli ebook che il Sole 24 Ore è in grado di anticipare, per un processo che ha visto oggi i gruppi telefonici relegati al ruolo di "meri trasportatori di dati", come lamentano da anni le telco.
Una piattaforma per l'editoria sul modello musica/libri di iTunes/iBook, che ha previsto un investimento da parte dell'azienda di circa 8 milioni di euro e che si baserà sulla più classica redistribuzione dei ricavi: il 70% delle revenue andrà agli editori, mentre il rimanente 30% resterà in casa Telecom. «Con un'importante differenza – spiega Cesare Sironi, senior vicepresident di Telecom Italia per il settore strategia e innovazione – e cioè che il prezzo dei libri lo faranno gli editori, non il canale. Saranno loro, quindi, a pensare strategie di marketing e a dare al mercato la dimensione dei costi di questi nuovi prodotti».
I libri virtuali saranno quindi acquistabili in due formati: il classico Pdf ed ePub (electronic publication), uno standard aperto specifico per la pubblicazione di libri digitali basato sul linguaggio Xml. E saranno protetti dal Drm, il lucchetto digitale che impedisce duplicazioni illegali.
Ma l'ebook store di Telecom avrebbe poco senso senza il lancio contestuale, che avverrà a dicembre, di lettori che facciano tesoro di due esperienze diverse: da un lato il Kindle di Amazon, ottimo per la lettura ma poco potente, e dall'altro l'iPad, strumento che sta reinventando il concetto di pc ma ancora troppo simile, almeno nella fruizione di testi, agli schermi tradizionali.
Il gruppo guidato da Franco Bernabè presenterà oggi tre ereader ancora nella prima fase di testing ma già funzionanti: i primi due, targati Samsung e Promelit, con display in bianco e nero da 6 pollici e tecnologia E-ink, più simili al lettore di Jeff Bezos, mentre il terzo, a firma Olivetti, con uno schermo retroilluminato da 7 pollici che vorrebbe, ma è tutto da vedere, superare l'iPad dal punto di vista della leggibilità e il Kindle sul profilo della potenza. Con prezzi che si collocano nella fascia 160-350 euro (i modelli E-ink) e 250-500 euro i tablet veri e propri come quello di Olivetti.