House Ad
House Ad
 

Economia Politica economica

Prove di ripresa anche per l'Europa

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2010 alle ore 16:11.
L'ultima modifica è del 17 maggio 2010 alle ore 09:51.

Indicatori reali
L'unione fa la forza. Anche nel ciclo economico, per quanto anomalo per intensità e devianze dal trend qual è l'attuale. Così l'economia globale trae maggior vigore dal fatto che si sono aggiunti al gruppo in fuga delle economie emergenti i paesi industrializzati, seppur in tempi e ordine sparsi. Partita dall'Asia (Cindia) e dal Brasile, la ripresa si è trasmessa al Giappone - in presa più diretta grazie ai legami commerciali stretti con le economie asiatiche -, agli Stati Uniti - capaci di rapidi aggiustamenti e sostenuti da politiche espansive "temerarie" - e infine all'area euro, dove svetta la Germania e l'Italia si è accodata.

La sequenza positiva è resa al meglio dall'andamento del Pmi nel manifatturiero, cioè il settore che ha patito le cadute più profonde durante la recessione e che sta rimbalzando ora con più rapidità. In Cina era tornato sopra la soglia che indica espansione già a marzo 2009, in Usa ad agosto, in Germania a settembre in Italia a novembre. Anche il suo livello è segnaletico dell'accelerazione: negli Stati Uniti è giunto in aprile ai massimi dal luglio 2004, in Germania ha fatto un balzo all'inizio di quest'anno che l'ha portato al picco dal 1996 (e quello del l'intera eurozona dal 2000), in Italia è al top dal maggio 2007. Tuttavia, questa catena positiva rischia di essere spezzata in Europa dagli anticipati aggiustamenti dei bilanci pubblici imposti dall'eurocrisi. Le nuove forti cadute di borse ed euro rispecchiano i timori di peggioramento delle prospettive.

La radiografia della locomotiva number one, cioè gli Stati Uniti, rivela che la ripresa è con occupazione (559mila posti creati negli ultimi tre mesi).
I consumi danno un contributo decisivo, ma non sostenibile agli attuali ritmi (4,5% annualizzato) neppure se la job-machine tornasse a girare a pieno vapore. Peraltro, la spesa delle famiglie è in forte aumento a livello mondiale: è risalita nel primo trimestre di quest'anno sopra i valori pre-crisi: +131 miliardi di dollari a prezzi costanti rispetto a due anni prima.

Finora, in Eurolandia la fiducia ha resistito ai colpi delle tensioni scatenate dalla crisi greca. Anche perché il rilancio globale fa da argine alle difficoltà del Vecchio continente. Un quadro ben diverso dal quello post fallimento di Lehman Brothers. Allora, l'economia era già in recessione e il panico non trovò resistenze. Oggi, all'opposto, le forze reali si sono rimesse in marcia, anche se i livelli di attività restano bassi, i tempi di recupero lunghi e la disoccupazione elevata (e ciò frenerà i consumi nell'area). Così, la tempesta sui titoli sovrani ha avuto meno capacità di presa. Il giusto mix di politiche di bilancio restrittive e riforme pro-crescita può evitare ricadute recessive.

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: America | Asia | Bce | Borsa Valori | Fed | Germania | Italia | Unione Europea

 

L'economia italiana ha agganciato con ritardo e lentezza il riavvio della domanda internazionale; quella domestica resta fragile. Ma il ritmo sta salendo e se le attese di produzione nel secondo trimestre saranno rispettate, il suo dinamismo supererà quello indicato oggi dalla maggior parte delle previsioni (sempre al netto delle ancora imponderabili conseguenze della tempesta in corso).

Inflazione
Masse di liquidità degne di tornadi tropicali e materie prime con rincari a due o tre cifre. Eppure l'inflazione non si muove. Quella totale, misurata sui prezzi al consumo, risente dell'andamento a yo-yo del costo del petrolio ed è salita, ma da ritmi anormalmente negativi e ora è a livelli che farebbero dormire sonni tranquilli anche al più arcigno dei banchieri centrali (poco sopra il 2% in Usa, ben sotto nell'areaeuro, negativa in Giappone). Quella core, tolti cioè energia e alimentari, è ancora più bassa; in discesa in America e stabile nell'eurozona. Con la ripresa, poi, le imprese otterranno recuperi di produttività, depressa dalla mega-recessione, che rimpolperanno i margini. Comunque, l'ampio sottoutilizzo del capitale fisico (impianti che girano a regime ridotto) e umano (disoccupazione alle stelle) e il vento deflazionistico che spira dalle economie emergenti asiatiche terranno a bada ogni tensione.

Tassi d'interesse, valute, moneta
Sia il dipanarsi della crisi greca che la reazione dei governanti dell'eurozona saranno ricordati a lungo nella storia della moneta unica. Fin dall'inizio si sapeva che fare la moneta unica era un «mettere il carro davanti ai buoi», fare una fusione monetaria per spingere verso l'integrazione politica, un governo comune della moneta per mettere in comune altre forme di governo dell'economia, a cominciare dalla politica di bilancio. Ma la storia non procede in modo lineare, ha bisogno di urti, spinte, micce e minacce per fare passi avanti. E da questo punto di vista bisogna ringraziare la quasi-deflagrazione del caso greco perché ha costretto i governi dell'Eurozona a guardarsi negli occhi e a ripassare la carta dei "diritti e doveri" per i paesi dell'euro.

In quel grande e appassionante laboratorio istituzionale che è la costruzione europea la risposta, corale e massiccia, alla crisi e ai contagi originati dai conti greci in disordine rappresenta una pietra miliare. Il coordinamento delle politiche di bilancio si farà più cogente, la sorveglianza sui conti pubblici più penetrante, le procedure e i veicoli usati per creare le reti di sicurezza a supporto dei Paesi devianti e a protezione dell'euro diventeranno un utile precedente per altri possibili interventi futuri.

Con l'inflazione molto bassa, malgrado la forte espansione di base monetaria (l'offerta di moneta M1 nell'Eurozona è cresciuta dell'11% sull'anno nel primo trimestre 2010, a fronte di un aumento dell'1% circa nel Pil nominale), non ci sono ragioni perché la Bce non debba continuare a tenere i tassi bassi, forse anche più a lungo di quanto avrebbe fatto altrimenti. Tanto più che le politiche di bilancio stanno diventando restrittive.

I massicci acquisti di titoli pubblici decisi dal pacchetto anti-crisi, e portati avanti dal sistema delle Banche centrali dei Paesi dell'euro, iniettano liquidità nel sistema; che sarà però sterilizzata con appositi interventi compensativi (la liquidità creata in precedenza continua a risciacquare nelle tubature del sistema finanziario). Non sono da temere ricadute negative neanche per il mercato interbancario o per le provviste di fondi in dollari, dato che le autorità si sono mosse in un'ottica di efficace prevenzione e gli accessi agli sportelli della Bce sono stati mantenuti, mentre la Fed ha rinnovato le linee di swap in dollari con le altre principali Banche centrali.

L'euro ha sfondato quota 1,24 contro dollaro. Aveva toccato livelli analoghi all'inizio dell'anno scorso, quando non c'era nessuna crisi dei debitori sovrani dell'Eurozona. C'era però il momento peggiore della Grande recessione, e i capitali si avviavano verso il dollaro come i pulcini verso la chioccia.

La stessa pulsione ha spinto in alto la moneta americana quando i tumulti ad Atene e le indecisioni a Bruxelles, prima, e le manovre restrittive sui conti pubblici, poi, hanno indotto paure di una nuova frenata dell'economia reale. Ce n'è abbastanza da far riflettere sulla tenuta del dollaro nel lungo periodo. Quanti paventano una crisi profonda del biglietto verde dovrebbero pensare che il mondo è pieno di crisi (le quali "saranno sempre fra voi") e quando queste diventano acute il primo istinto degli investitori è dirigersi verso gli approdi sicuri dell'America.

fabrizio@bigpond.net.au
l.paolazzi@confindustria.it

Shopping24

Da non perdere

Per l'Italia la carta del mondo

Mentre la crisi reale morde più crudelmente, mentre i mercati finanziari saggiano possibili

In Europa la carta «interna»

Batti e ribatti sui nudi sacrifici degli altri, sull'algido rigore senza paracadute e prima o poi

La commedia di Bruxelles

Al Parlamento europeo è andato in scena il terzo atto di una commedia dal titolo: Regole per le

Guarguaglini: ecco le mie verità

«Ho sempre detto che ero innocente, le conclusioni delle indagini lo dimostrano: nell'archiviazione

Una redistribuzione di buon senso

Arrivano dal ministero della Giustizia le nuove piante organiche dei tribunali. Un intervento

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da