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Sulla fattura online regioni battistrada

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2010 alle ore 08:13.

Le regioni accelerano sulla fatturazione elettronica. Sono otto le amministrazioni che hanno messo in cantiere progetti per eliminare la carta nei rapporti commerciali con i propri fornitori, in particolare sul fronte della sanità. Una presa di posizione che fa da contraltare allo stand by in cui versa il decreto attuativo (previsto dalla Finanziaria 2008) che dovrebbe imporre l'utilizzo della fattura online per tutti gli scambi con la pubblica amministrazione. A sottolineare questo paradosso è il Politecnico di Milano, che ha fatto il punto sulla dematerializzazione del ciclo ordine-pagamento in Italia.
A guidare la lista delle regioni che spingono sulla rinuncia alla carta è il Lazio, dove è stato già approvato un progetto per la gestione delle fatture dei fornitori nel sistema sanitario. Più ampia l'azione della Lombardia, che ha valutato la fattibilità di un hub centrale in grado di supportare le fasi di fatturazione e pagamento di tutti gli enti regionali. Si muovono in ambito sanitario anche le iniziative di Toscana ed Emilia Romagna (che include nel progetto gli enti locali), così come quelle di Campania, Veneto, Marche e della provincia di Trento.
Lo studio del Politecnico, che sarà presentato mercoledì presso il Campus Bovisa (ore 9.30), ha stimato il valore annuale scambiato in formato elettronico nel settore business to business (B2b) in Italia: si tratta di circa 150-200 miliardi di euro, tra il 5 e il 7% dei 3mila miliardi totali. Tra il 5 e il 7% è anche l'incidenza dei documenti online sul numero complessivo di fatture emesse in un anno (1,3 miliardi). Riscontri che pongono il nostro Paese sullo stesso piano di Francia e Regno Unito, mentre in Spagna la fatturazione elettronica è più diffusa (la quota è del 10-12%). Non mai quanto in Danimarca, Svezia e Finlandia dove si effettuano online quasi tutte le operazioni verso la Pa.
La fatturazione elettronica coinvolge attualmente circa 25-30mila aziende italiane, di cui 8mila utilizzano reti di scambio dati in forma elettronica (Edi). Sono 2-3mila, invece, le imprese che applicano modelli di conservazione sostitutiva di fatture o altri documenti a valenza fiscale o civilistica, operazione che si traduce nell'archiviazione delle pratiche su file digitali.

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Resta centrale il tema dei risparmi potenziali per le aziende che abbandonano la carta, con un taglio dei costi che varia rispetto al modello di fatturazione elettronica utilizzato. Si va da pochi euro a 65 euro a pratica a seconda che si scelga un formato elettronico "non strutturato", ossia una semplice immagine digitale della fattura, oppure un documento "strutturato", che permette di modificare le informazioni contenute, con la possibilità di sostituirsi al cartaceo in tutte le fasi del ciclo (ordine, trasporto, fattura, avvisi di pagamento, dati anagrafici e commerciali). I risparmi legati alla fatturazione elettronica potrebbero, pertanto, oscillare da 10 a 60 miliardi l'anno (da 300 milioni a 1,8 miliardi nella Pa).
«La dematerializzazione è un processo inarrestabile – afferma Alessandro Perego, responsabile scientifico dell'osservatorio sulla fatturazione elettronica della School of management del Politecnico di Milano – e le analisi confermano che i modelli digitali rappresentano un elemento di competitività per le imprese. Lo dimostra il fatto che alcuni settori, dal farmaceutico all'automotive, già da anni lavorano per integrare l'intero ciclo ordine-pagamento».
Da segnalare anche l'attenzione dei commercialisti verso i processi digitali. Su un campione di oltre 500 studi contattati dal Politecnico, circa il 12% utilizza la conservazione sostitutiva di fatture e altri documenti contabili e oltre il 30% promuove la rinuncia alla carta. Un professionista su cinque, infine, ha dichiarato di adottare soluzioni di scambio dati in formato elettronico strutturato con i propri clienti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli ultimi interventi legislativi e quelli attesi in materia di fatturazione elettronica
Legge n. 2 del 28 gennaio 2009
Introdotto l'articolo 2215-bis del Codice civile che prevede per le aziende che adottano una tenuta informatica delle scritture contabili e dei libri sociali, l'obbligo di apporre trimestralmente una firma digitale e una marca temporale ai fini di una corretta tenuta.
Per la conservazione digitale di qualsiasi tipologia
di documenti analogici originali, a garantirne la conformità all'originale basta la semplice firma
digitale del soggetto che lo detiene
Decreto ministero dell'Economia 6 marzo 2009
Il termine ultimo di comunicazione alle agenzie
fiscali dell'impronta dell'archivio informatico relativa
ai documenti rilevanti ai fini tributari è posticipato
al quarto mese successivo alla scadenza dei termini stabiliti per la presentazioni delle dichiarazioni
Risoluzione ministeriale n. 194/E del 30 luglio 2009
Possono convivere presso lo stesso contribuente
sia il sistema di conservazione sostitutiva che quello tradizionale. L'acquisizione dell'immagine dei documenti analogici può avvenire anche tramite il processo di generazione dello spool di stampa e non necessariamente previa scansione dell'originale analogico stampato
Risoluzione ministeriale n. 196/E del 30 luglio 2009
La scelta di optare per la conservazione sostitutiva
dei documenti contabili e fiscali è revocabile in qualsiasi momento e non è necessaria alcuna richiesta formale al Fisco
Risoluzione ministeriale n. 220/E del 13 agosto 2009
Il servizio di conservazione sostitutiva dei documenti rilevanti ai fini tributari può essere affidato a uno o più operatori, sia persone fisiche che persone giuridiche.
Com (2009)21
Proposta di direttiva del consiglio europeo con modifiche alla direttiva (2006)112: si tende a una completa parificazione tra fattura cartacea e fattura elettronica, per cui non sarà più richiesto il consenso del destinatario a ricevere la fattura elettronica né gli stati membri potranno stabilire condizioni specifiche per l'emissione di fatture per via elettronica (ad esempio richiedendo riferimento temporale e firma digitale)
Obbligo di fattura elettronica verso la Pa
È in attesa di approvazione il secondo decreto di attuazione della riforma (legge 244/2007, articolo 1, commi 209–214) con il quale si individuano le regole soggettive e la tempistica per l'introduzione dell'obbligo della fattura elettronica nei rapporti con
la pubblica amministrazione
ALL'ESTERO

Lotta alla carta: come in sei paesi europei viene utilizzata la fatturazione elettronica
Per la legislazione finlandese le fatture elettroniche sono equiparabili a quelle cartacee (per sicurezza e privacy); non sono quindi richieste raccomandate o firme digitali. Circa l'80% delle fatture inviate
alla Pa viene processato elettronicamente; meno della metà viene anche inviata elettronicamente, mentre il resto viene digitalizzato a partire
dal formato cartaceo
Previsti tre alternativi canali per l'invio di una fattura elettronica: l'utilizzo di
operatori ad hoc, il ricorso a un portale per l'inserimento manuale online o l'invio
di una fattura cartacea
verso un centro di dematerializzazione
che provvede alla scannerizzazione. Alcuni
di questi modelli sono utilizzati in Svezia anche da prima che fosse recepita la direttiva Ue 115/2001
sulla fatturazione

Alto il tasso di diffusione delle fatture elettroniche verso la Pa: nel febbraio
2005 una specifica normativa ha imposto
a tutte le istituzioni pubbliche, centrali
e locali, di accettare
dai propri fornitori
esclusivamente
fatture elettroniche.
Dal 2006 la quasi
totalità delle fatture
indirizzate
alla Pa è in formato elettronico

A garanzia di autenticità e integrità è possibile seguire tre vie: la firma elettronica,
lo scambio delle fatture
via Edi (sistemi di scambio dati in forma elettronica)
o eventuali alternative
approvate dagli organismi tributari spagnoli.
La diffusione della fatturazione elettronica
è pari al 10-12% del totale.
Dal novembre 2010
il formato elettronico
è obbligatorio verso
gli enti della Pa

Definita la possibilità
di scambiare fatture in formati elettronici strutturati
(modificabili) e non strutturati (Pdf) con
una firma elettronica "debole" (che può
essere automatizzata
e creata da una persona giuridica). Ai fornitori dei
sistemi di scambio dati elettronici (Edi) è richiesto di
tenere un registro con i dati
essenziali delle fatture.
La diffusione è ancora limitata al 5% del totale

Si considera fatturazione elettronica la trasmissione
e la conservazione di
fatture con mezzi elettronici, senza invio di copie di documenti cartacei.
La diffusione è ancora bassa (inferiore al 5% nel 2009).
Il governo ha lanciato un programma che permette
a enti pubblici e loro fornitori di utilizzare una
piattaforma web comune
per lo scambio
di documenti elettronici (ordini, fatture)

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