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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2010 alle ore 08:09.
MILANO - Il saldo peggiora ma il commercio estero italiano a marzo 2010 è decollato, con una crescita a due cifre per esportazioni e importazioni. Secondo l'Istat, l'export tricolore è salito del 17,1% (massimo rialzo da aprile 2008), l'import del 22,6% (picco da agosto 2004). Nel complessivo del primo trimestre, le esportazioni segnano un +9,2% e le importazioni un +12,2%. Tuttavia il saldo commerciale a marzo resta ancora in rosso (lo è da agosto 2009), pari a 1,3 miliardi, in deciso peggioramento rispetto all'avanzo di 96 milioni del pari periodo 2009.
Interessante anche la geografia della ripartenza: l'aumento delle esportazioni è particolarmente forte verso i paesi Ue in calma piatta fino a pochi mesi fa e più stagnanti delle economie Bric (+20,5% rispetto al +12,5% extra Ue). Al top l'export verso Regno Unito (+52,4%), Spagna (+25,5%) e Francia (+20,2%). Più contenuto, ma sempre vigoroso, (+14,8%), quello verso la Germania, principale partner commerciale del nostro paese. Buon andamento anche in Cina, dove il rimbalzo è iniziato nel 2009 con una riduzione del deficit della nostra bilancia commerciale di 4,5 miliardi e sta proseguendo con incrementi di vendite, che hanno portato la quota di Pechino sul totale del nostro export dall'1,7% all'attuale 2,3% (la quota extra Ue cresce invece dal 5 al 6%).
Viceversa le importazioni aumentano maggiormente dal mercato extra Ue (+25,3% vs +20,6%): Cina (+43,3%), Russia (+36,7%), Turchia (+29,6%) e paesi Opec (+28%). «La macchina dell'export si è pienamente messa in moto e andrà ancora meglio in aprile per la graduale riduzione dell'euro», commenta il vice ministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso. Bisogna «puntare tutto sul sostegno all'export perchè è la sola voce che cresce nell'economia italiana». Anche l'incremento dell'import per Urso è un buon segnale perché «il nostro è un paese trasformatore di materie prime quindi vuol dire che l'industria italiana ha ricominciato a produrre».
Particolarmente significativo, sugli incrementi, il peso dell'energia: al netto di questa voce, l'export cresce del 14,8% e l'import del 21%. Tra i settori più rilevanti spiccano il +116,4% dell'export di coke e prodotti petroliferi raffinati e il +71,5% dell'import di petrolio greggio. Negativa, invece, una delle voci tradizionali del Made In Italy, gli articoli di abbigliamento (-0,2% per le esportazioni e -0,4% per le importazioni). Per quanto riguarda i settori, nel primo trimestre 2010 stabile in prima posizione la meccanica, con una quota del 20% e un valore dell'export di 13,2 miliardi. Registrano variazioni positive l'elettronica (+11,8% per un valore di circa 2,5 miliardi) e l'agroalimentare (+9,3% per circa cinque miliardi).