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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2010 alle ore 08:09.
I nodi saranno sciolti oggi. Quando il Coni sceglierà la città candidata per l'Italia a battersi per organizzare le Olimpiadi del 2020. La commissione tecnica di valutazione, chiamata ad analizzare i progetti di Roma e Venezia, ha limato fino all'ultimo il rapporto finale da presentare oggi ai 19 membri della giunta nazionale (ma 4 saranno assenti), che stamattina alle 9, al Foro Italico, promuoveranno o bocceranno i due dossier. La commissione tecnica (10 i membri: il presidente del Coni Gianni Petrucci, i vicepresidenti Riccardo Agabio e Luca Pancalli, il segretario Raffaele Pagnozzi, la rapprersentante degli atleti Anna Maria Marasi, più i 5 membri del Comitato olimpico internazionale Mario Pescante, Franco Carraro, Francesco Ricci Bitti e Manuela Di Centa) ha usato nella sua relazione i parametri e i pesi che utilizzerà nel 2013 il Cio, quando sceglierà la città che ospiterà i Giochi estivi del 2020. Un endecalogo in cui a contare di più sono le dotazioni di infrastrutture e alloggi (5 punti ciascuno), impianti, villaggio olimpico e trasporti (4 punti ciascuno).
Roma sarebbe ben oltre la soglia minima necessaria per essere promossa (fissata a quota 21 punti), mentre Venezia raggiungerebbe una sufficienza risicata. Quanto basta però per consentire alla città lagunare di giocarsi le sue carte nel consiglio nazionale del Coni (78 membri, di cui almeno sei dati per assenti), che, oggi alle 12, dovrebbe avere la parola finale, a scrutinio palese. Malgrado il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, abbia chiesto una votazione a scrutinio segreto «a maggiore garanzia di una serena valutazione da parte dei componenti l'organo collegiale del Coni». Una richiesta, quella del voto segreto rilanciata dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia («Dovrebbe essere la prassi»), a Roma oggi, che avverte: «Sarò personalmente a controllare voce per voce le cifre e i numeri alla base di un'eventuale sconfitta».
Roma parte favorita. Ha un punteggio più alto sul fronte degli alloggi. È vero che Venezia conta su un maggior numero di camere (circa 100mila rispetto alle 80mila di Roma), ma di queste, solo il 20% è in un raggio di 10 km dal centro città e quasi la metà è costituita da alloggi privati. La capitale ha invece 58mila camere d'albergo, situate per l'80% nel raggio di 10 km dal centro. Il progetto olimpico romano, con il fulcro nell'area nord, tra Foro Italico e Tor di Quinto, prevede un villaggio ospitalità per i media di cui invece Venezia non dispone. A vantaggio della capitale pesa anche il fatto che quasi tutte le gare si svolgeranno nel Comune di Roma, mentre nel dossier veneto le competizioni, focalizzate nel quadrante di Tessera sulla terraferma di Mestre, sono previste anche a Trieste e Padova (oltre che a Jesolo e Venezia). Roma inoltre conta su un maggior numero di impianti già esistenti: 33 sui 42 previsti. A vantaggio di Venezia il fatto che solo 625 milioni (sui 16,6 miliardi di budget per impianti e infrastrutture) è legato all'assegnazione dei Giochi. Il resto dei fondi è già stanziato o programmato.