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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2010 alle ore 08:14.
The-Cham-pion-s, the-Cham-pion-s... Le note dell'inno salgono sempre più in alto, i cori ispirati ai componimenti di Händel preparano l'atmosfera, gli sportivi seguono la musica, faticano a cogliere le parole che mescolano inglese, tedesco e francese. Il rito si ripete per tutta la stagione, in un continente che deborda dall'Europa, unendo nel calcio 53 paesi, dalla Norvegia a Cipro, dal Portogallo al Kazakhstan. Al centro del campo, su tutti i campi, sventola il pallone a otto stelle simbolo del torneo. Poi un attimo per dare un occhio alle formazioni e il gioco inizia, alla stessa ora su tutti i prati.
Al Santiago Bernabéu di Madrid il rito arriva questa sera all'ultimo atto, la finalissima: Inter contro Bayern di Monaco. Ai nerazzurri di Massimo Moratti la coppa manca da 45 anni. I bavaresi, con i pronostici contro, l'hanno vinta nel 2001.
Dall'inizio degli anni Novanta quando l'Uefa ha lasciato ai ricordi la vecchia Coppa dei Campioni per lanciare, di fatto, un campionato sovranazionale, la Champions League è diventata un unico grande palcoscenico e una macchina da soldi inarrestabile. Sponsor scelti con cura, cinque in tutto – Heineken, Sony, Mastercard, Unicredit, Ford – che tappezzano gli stadi e si alternano negli spot in televisione. Le squadre migliori, spesso le più "ricche", e i calciatori che fanno sognare e che si fanno campioni proprio sfidandosi per vincere questo trofeo.
La partita di stasera, per la prima volta di sabato, alimenterà un giro d'affari di 351,5 milioni di euro: suddivisi tra entrate dei due club (120 a chi vince, 70 a chi perde); ricadute (immediate per 50 milioni) sulla città che ospita l'incontro; ricadute (soprattutto in futuro di circa 17,5 milioni) sulla città della squadra che vince; giro d'affari generato sull'intera area europea (94 milioni). Vanno considerati 120mila appassionati che si muovono verso Madrid e milioni di persone che guarderanno la tv a casa o al bar. E quindi: biglietti per lo stadio, viaggi, notti in albergo, pasti al ristoranti, consumi al bar, magliette e cappellini con i colori delle squadre, shopping di ogni genere.
Lo spiega Simon Chadwick, esperto di business dello sport dell'Università di Coventry, incaricato da MasterCard di definire l'impatto economico della manifestazione: «Il valore della finale della Champions League di quest'anno – spiega il professor Chadwick – è destinato a infrangere tutti i record precedenti. Bayern Monaco e Inter hanno l'opportunità con la vittoria di guadagnare oltre 120 milioni di euro. È evidente che il calcio sta vivendo un momento di boom, nonostante l'assenza dall'ultima fase della competizione, per la prima volta in cinque anni, di Inghilterra e Spagna. Questa finale è destinata a lasciare il segno in termini di un massiccio impatto economico».