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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2010 alle ore 08:11.
«Non mancano i soldi, spesso mancano le garanzie capaci di attirare capitali. Sulle grandi infrastrutture lombarde ci stiamo muovendo nel verso giusto, ma guai a cantare vittoria, le risorse da raccogliere sul mercato sono ingenti».
Ci crede Mario Ciaccia, amministratore delegato di Biis, la Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo del gruppo Intesa Sanpaolo dedicata al public financing, ma insieme invita le istituzioni ad un bagno di realismo. «Fino a pochi anni fa - ricorda - ci volevano 10 anni per passare dalla progettazione all'apertura di un cantiere. Nel frattempo i costi raddoppiavano e spesso la tecnologia o l'opera stessa invecchiavano». Invece l'economia cammina sulle gambe delle infrastrutture. «La crisi finanziaria prima o poi finirà. Si ricomincerà, e chi non fosse al passo, non potrebbe sfruttare la ripresa...»
Pessimista sul gap di mobilità del nord produttivo?
Comincio a vedere un cambio culturale e, in fondo, la stessa crisi aiuta. Lo stato ad esempio sta imparando a farsi ente promotore, visto lo stock di debito, e a usare alcune leve in funzione di sponsorship. A Milano, poi, esiste la data capestro di Expo 2015, un fucile puntato sulla nuova mobilità.
Tra Pedemontana, Brebemi, Tem e collegamenti accessori la galassia Intesa Sanpaolo è protagonista su tutto lo scacchiere lombardo. Siete i veri "azionisti" finanziari. Da dove cominciamo?
Cominciamo dal dire che si tratta di investimenti complessivi per quasi 10 miliardi. Su Brebemi, in questi giorni la concessionaria Cal (mista Anas/Regione Lombardia) sta approvando il riequilibrio del piano economico-finanziario (l'opera costa 1,6 miliardi in project financing). Una modifica che recepisce anche la scelta di Cdp di eliminare la parte di fondo di garanzia e di partecipare al 50% del debito.
Cosa significa per l'opera?
A fronte di questo riequilibrio, come Biis potremmo assumerci una quota di rischio in più e, dopo la prima tranche di 150 milioni che ha permesso di aprire i cantieri, sostenere un altro prestito ponte.
Di quale importo?
A spanne di altri 150/200 milioni, sufficienti ad andare avanti coi cantieri fino a dicembre. In generale il bollino di garanzia della Cassa è fondamentale perché permette di rendere bancabile un progetto e di incentivare la raccolta del capitale di rischio. Ad esempio uno dei fattori che hanno permesso la ripartenza delle grandi opere è stata la previsione del diritto di subentro. In precedenza non sempre la concessione permetteva l'ammortamento.