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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2010 alle ore 08:06.
Il comitato esecutivo del Bie ha chiesto a Milano certezze e un'accelerazione sui tempi d'acquisto dei terreni dove sorgerà il sito espositivo di Expo 2015, così da metterlo a disposizione della società di gestione prima della registrazione del dossier, in agenda a novembre.
A lanciare il warning è stato direttamente il presidente del comitato esecutivo del Bureau che presiede le esposizioni universali, Steen Christensen, durante l'audizione parigina dell'amministratore delegato di Expo 2015 spa Lucio Stanca. «Il presidente Christensen - si legge in una nota - ha indicato che il terreno sul quale sorgerà il sito deve essere acquistato e messo a disposizione della società Expo 2015 prima della prossima riunione del comitato esecutivo che dovrà raccomandare la registrazione definitiva di Expo Milano 2015 alla sessione autunnale dell'assemblea generale del Bie», tradizionalmente convocata tra novembre e i primi di dicembre.
La richiesta di accelerare sui terreni oggi di proprietà di Fondazione Fiera Milano e gruppo Cabassi chiama in causa Regione Lombardia, Comune e Provincia di Milano che nemmeno 10 giorni fa hanno annunciato l'intenzione di costituire una nuova società veicolo a capitale pubblico per comprare i terreni (percentuale di equity intorno al 30-40% da conferire entro 2 anni e per il resto finanziamento tramite debito bancario) e cederli gratuitamente a Expo spa. Un'operazione da chiudere entro fine 2010, secondo i piani del Pirellone (in attesa di definire coi proprietari il prezzo dell'acquisto e l'intervento delle banche, ancora in alto mare come ammesso ieri nel corso di un question time in consiglio regionale dal sottosegretario formigoniano, Paolo Alli): con una prima scadenza già fissata per questa settimana (approvazione da parte delle tre giunte), una seconda entro il 30 giugno (via libera dei rispettivi consigli), una terza per fine luglio (costituzione della newco), una quarta per novembre (approvazione della variante urbanistica da parte del comune di Milano), e una quinta entro fine dicembre (acquisizione dei terreni e definizione della concessione).
Un timing evidentemente troppo lento per il Bie, che chiede ufficialmente un cambio di marcia e un anticipo di almeno un paio di mesi sulla tabella fissata. «Dal Bie è arrivata una tirata d'orecchi che fa male», attacca il capogruppo del Pd in Consiglio provinciale, Matteo Mauri. «Oggi il Bureau ci dice che l'acquisto dei terreni è obbligatorio e che bisogna farlo prima di quanto si pensasse». «Era ovvio, lo sapevamo già prima, nessun problema», getta acqua sul fuoco, Roberto Formigoni. «Regione Lombardia ha iniziato a occuparsi della questione da pochi giorni. Si tratta di un'operazione molto complessa, ma ho già individuato la strada. Stiamo lavorando», assicura il governatore.