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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2010 alle ore 08:05.
Marco Alfieri
«Il commissariamento era nell'aria, certo non pensavamo che il vincolo fosse così cogente, ma tant'è...», racconta una fonte vicina al dossier. Lucio Stanca d'ora in poi dovrà chiedere il permesso per ogni cosa: al suo cda per assunzioni e consulenze, e al governo sul conto economico (l'ad dovrà spedire un report trimestrale sulle uscite). Il tutto riducendo dal 10 al 4% l'utilizzo degli stanziamenti statali (che sono in totale 883 milioni sul quinquennio) utilizzabili per spese correnti (come invece prevedeva il Milleproroghe).
Nel day after la scoperta che l'art. 54 della finanziaria blinda di fatto l'autonomia e le deleghe dell'amministratore di Milano Expo 2015 spa, è difficile trovare qualche motivo di ottimismo nel progress espositivo. I frondisti, invece, si vedono benissimo. La Lega - a comunicare il giro di vite al bossiano Leonardo Carioni, consigliere di Expo spa in quota Tesoro, è stato direttamente Giancarlo Giorgetti - il Tesoro, che appena può taglia le unghie al progetto Expo. E poi il sindaco Moratti, che nelle ultime settimane aveva spedito a Stanca una serie di lettere "anti spreco", finendo per trovarsi nel dispositivo del governo tal quale il senso dei suoi desiderata. In pratica una spinta obbligata ad utilizzare le società dei soci per progetti e professionalità, da MM a Infrastrutture lombarde fino al Provveditorato ai Lavori pubblici, «risparmiando sul personale dov'è possibile», come insistono da palazzo Marino. Anche se, in realtà, trattandosi di progettazione, tutto questo non produrrà risparmi sul conto economico della società.
Insomma tante partite velenose che tendono a incrociarsi: Stanca fa da parafulmine a Tremonti che vuol colpire il sindaco e Moratti che, a sua volta, vuol tenere sotto scacco l'ad sperando di parare i colpi del Tesoro. Passando per Formigoni che, in silenzio, sta prendendosi tutta la scena del campo a danno del Comune. Il gran ballo litigioso della politica è decisamente ripartito sotto il manto offuscato di Expo 2015.
Ma è chiaro che adesso cambia lo scenario, perché con la finanziaria è direttamente il governo che blinda le deleghe di Stanca. La sfiducia viene da chi in teoria ha portato l'ex ministro sulla poltrona di Expo (anche contro il parere degli enti locali). E l'interessato? Ieri il lavoro è proseguito senza variazioni. In mattinata c'è stata una riunione con dipendenti e collaboratori della società. Nessun accenno particolare sul dispositivo previsto in finanziaria, al di là di una generico invito a risparmiare e a ottimizzare le risorse. Ma è chiaro che il colpo per l'ad è pesante.