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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2010 alle ore 08:45.
Metropolitana Milanese, la Spa posseduta dal Comune di Milano, è pronta a recepire qualunque cambiamento Palazzo Marino volesse, o dovesse, predisporre nella sua governance nelle prossime settimane.
La norma del «compenso zero», che rimodula il flusso dei soldi dati agli esponenti dei cda e dei collegi negli enti destinatari di risorse pubbliche, impatta direttamente sulla struttura di questa società. Retroattività o no, le cose potrebbero cambiare con rapidità. L'attuale board, infatti, scadrà il 20 giugno. Il giorno successivo l'assemblea degli azionisti nominerà il nuovo cda, di cui dovrebbe essere ancora presidente l'economista bocconiano Lanfranco Senn, come ha annunciato il sindaco Letizia Moratti. Dunque, occorrerà verificare in che modo quest'ultima deciderà di fare applicare la nuova norma, in un board che finora – fanno notare dalla società – è stato gestito secondo i criteri più restrittivi delle normative sulle aziende a controllo pubblico. Per esempio, lo stipendio di Senn è stato abbassato a 76mila euro lordi, portandolo così al 70% dello stipendio del primo cittadino di Milano; fino a poco tempo fa era uguale all'80 per cento.
Da undici, i membri del consiglio sono scesi a cinque, ciascuno dei quali ha finora incassato 27mila euro lordi all'anno. Tutti nominati dal Comune, dunque scelti con il classico mix di competenze tecniche e aree politico-culturali vicine alla maggioranza di Palazzo Marino. Tutti in attesa di sapere, dai prossimi mesi, quanto la norma del «compenso zero» intaccherà i loro redditi.