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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2010 alle ore 08:05.
MILANO
È scontro politico sulla situazione creatasi al ministero dell'Ambiente dopo la bocciatura di alcune nomine di dirigenti da parte della Corte dei Conti (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). A cominciare dalla dura presa di posizione del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.
«Spero che nel marasma generale in cui stanno entrando le politiche di governo – afferma – non sfugga la gravità assoluta di quel che succede al ministero dell'Ambiente dove si sta determinando non solo il pregiudizio di cruciali decisioni prese negli scorsi mesi, ma la paralisi generale del sistema di valutazione e autorizzazione relative ad un numero enorme di attività e investimenti. Per pura arroganza ed incuria si è giunti a una situazione di crisi senza precedenti alla quale il governo è chiamato a mettere immediatamente rimedio. C'è da augurarsi che si voglia farlo ripristinando la legalità e non improvvisando ulteriori soluzioni di emergenza che potrebbero solo portare a ulteriori disastri».
Il ministero dell'Ambiente è stato trasformato dal suo titolare in un ente inutile secondo il leader dei Verdi Angelo Bonelli che «provocatoriamente» invita a dare le deleghe a Tremonti. «Quello che dice Bersani sul ministero dell'Ambiente – spiega Bonelli – dove si è creata una situazione di fortissima illegalità, noi Verdi lo denunciamo da mesi. I forti tagli alle risorse, la bocciatura da parte del Tar e del Consiglio di Stato dello spoil system sulle Commissioni operato dalla Prestigiacomo e ora la sonora bocciatura da parte della Corte dei Conti delle nomine dei direttori generali, fanno sì che il ministero di via Cristoforo Colombo sia completamente bloccato. Ma c'è di più. Ora tutti gli atti sottoscritti dai direttori bocciati dalla Corte dei Conti rischiano di essere nulli: in una parola siamo arrivati al caos totale al ministero».
Immediata la risposta della Prestigiacomo: «Al ministero dell'Ambiente ho avviato un'operazione di legalità, trasparenza e rinnovamento. Troveremo il modo per superare i rilievi formali della Corte dei Conti». E aggiunge: «Bersani, Bonelli, e gli altri che oggi si scagliano contro il Ministero si oppongono a un'operazione di legalità, trasparenza e rinnovamento per riattivare un ministero che la passata gestione aveva portato alla paralisi. Una paralisi nefasta per il paese e per l'ambiente. Leggo dichiarazioni ridicole come quelle secondo le quali avrei raddoppiato gli stipendi ai direttori generali da me designati. È pietoso che autorevoli esponenti della politica parlino senza conoscere le cose e cioè che nessun maxi-stipendio è stato deciso e semmai i nuovi direttori guadagnano meno dei vecchi».