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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2010 alle ore 21:36.
TRENTO - Alitalia è in ritardo di un anno sula tabella di marcia della redditività. Ma se nel 2011 non raggiungerà il pareggio operativo dei conti avrà bisogno di nuovi capitali. L'annuncio è di Roberto Colaninno, presidente della compagnia aerea privatizzata nel 2008.
«Ci eravamo posti alcuni obiettivi per il 2010 – ha detto Colaninno al termine di uno degli incontri nell'ambito del Festiva dell'economia in corso a Trento – ma non riusciremo a raggiungerli, anche se quest'anno sta andando molto meglio del 2009. La partita vera per Alitalia, dunque, si gioca nel 2011: noi speriamo di raggiungere il break evene operativo.Se non ce la facciamo bisognerà trovare soluzioni di finanziamento, perchè Alitalia avrà bisogno di soldi».
Colaninno aveva ricostruito la vicenda dell'acquisizione di Alitalia da parte della cordata Cai, dopo la rinuncia di Air France a ridosso delle elezioni politiche del 2008. Poche settimane prima del voto, Silvio Berlusconi che guidava la coalizione di centrodestra in vantaggio nei sondaggi, aveva espresso la propria contrarietà alla cessione della compagnia ad un vettore straniero. I francesi che avevano già presentato un piano, si ritirarono dall'operazione. «Furono mesi di vuoto" ha assicurato Colaninno, fino a metà agosto, quando venne formalizzata la proposta Cai. Air France rientrò nei mesi successivi con una quota del 20 per cento. (G.Ch.)