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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2010 alle ore 19:49.
E' stata riaggiornata a venerdì pomeriggio a Roma la trattativa tra Fiat e sindacati sul futuro dello stabilimento di Pomigliano d'Arco (Napoli), destinato a ricevere la produzione della nuova Panda dismettendo le linee di alcuni modelli Alfa Romeo. «Ci hanno consegnato un documento - ha spiegato Bruno Vitali della Fim-Cisl - e abbiamo concordato con l'azienda di prenderci domani e dopodomani per discutere al nostro interno».
L'azienda ha presentato alle organizzazioni dei lavoratori un testo che potrebbe diventare una bozza di accordo. I sindacati hanno deciso di discuterne all'interno delle proprie organizzazioni in riunioni dei delegati e delle rappresentanze sindacali. Secondo quanto ha affermato Eros Panigali della Uil esistono ancora due punti di criticità che riguardano le sanzioni su eventuali malattie ritenute ingiustificate dei lavoratori e le sanzioni alle organizzazioni sindacali. Panigali, pur esprimendo un orientamento positivo ha ricordato che le organizzazioni sindacali tendono a ridurre la quantità massima di ore straordinarie previste dalla Fiat.
«Non siamo soddisfatti - ha commentato Enzo Masini, segretario nazionale e responsabile auto della Fiom - ma non siamo di fronte ad un accordo separato». Masini ha sottolineato che in un'altra situazione ci sarebbe già stata una rottura: «Non saremmo qui se non fossero in gioco migliaia di posti di lavoro », e ha detto di augurarsi che «nella Fiat prevalga il senso di responsabilità». Il testo presentato dall'azienda, ha detto Masini, contiene «parti complicate e che noi consideriamo illegittime e non inerenti ai temi di cui stiamo discutendo per il rilancio dello stabilimento campano».
In particolare secondo Masini, non sarebbero stati fatti passi avanti né sul tema dell'assenteismo né su quello dell'esigibilità e «a questo si aggiunge anche un passo indietro sul tema della legge elettorale (che garantirebbe permessi solo ad alcuni in occasione delle elezioni Rsu, ndr)». La Fiat, durante l'incontro con i sindacati, ha citato infatti il caso di Melfi, dove nelle ultime elezioni ci sono stati 3mila lavoratori tra presidenti di seggio, scrutatori e rappresentanti di lista. L'azienda non li ha retribuiti ed ha presentato denuncia alla procura della Repubblica. «Non siamo di fronte a una rottura - ha detto ancora Masini - tra le organizzazioni sindacali c'è una posizione condivisa pur con diverse sfumature, non c'é una posizione oltranzista della Fiom. Si tratta di una trattativa difficile, ma non per la responsabilità del sindacato».