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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2010 alle ore 15:50.
Alleggerire il peso della burocrazia, ridurre la pressione fiscale e favorire l'accesso al credito per le piccole imprese. Ma anche un invito a non fare "marcia indietro" sulla manovra per quanto riguarda i tagli alla "spesa improduttiva". Sono queste alcune delle richieste avanzate al governo da Confartigianato, l'organizzazione che raggruppa circa 700mila aziende artigiane, nel corso dell'assemblea annuale che si é svolta oggi a Roma alla presenza del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Gli artigiani promuovono la manovra finanziaria appena varata dal governo. Gli interventi previsti, ha detto nella sua relazione Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato, rappresentano «una prima testimonianza tangibile della volontà di affrontare i nodi che bloccano la ripresa. Non vorremmo - ha aggiunto – che diventi una manovra a marcia indietro, che le misure assunte perdano la loro efficacia a seguito dell'apertura di un indefinito periodo di contrattazione in cui gli enti pubblici ritornino ad essere tutti essenziali».
A gravare sulle piccole imprese è innazitutto il peso della burocrazia. Secondo il rapporto presentato oggi e realizzato dall'ufficio studi di Confartgiananto, gli adempimenti necessari per svolgere le attività costano alle aziende circa 16,6 milardi di euro, quasi un punto di Pil. Con ciascun imprenditore che «sopporta un onere di burocrazia pari a 12.300 euro l'anno». L'Italia, inoltre, si posiziona al 75° posto a livello mondiale per i tempi di avvio di una nuova impresa, con sei procedure necessarie e un tempo stimato di oltre dieci giorni.
Altri nodi da sciogliere riguardano il fisco e le difficoltà di accesso al credito per le Pmi. «La pressione fiscale è arrivata al 43,2% – ha detto Guerrini – vale a dire oltre quattro punti in più rispetto ai Paesi dell'area euro». La riduzione del fisco resta quindi "una priorità". Così come la maggiore facilità di accesso al credito per le aziende più piccole: «Il sistema creditizio deve essere sempre più vicino alle esigenze del territorio e delle imprese», ha affermato il numero uno di Confartigianato, sollecitando «la proroga della moratoria dei debiti che potrà servire anche alle banche, consentendo loro la riqualificazione delle sofferenze».