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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2010 alle ore 08:08.
Si chiama "Opencredit". È il nuovo progetto avviato lo scorso 1 giugno dall'agenzia per il lavoro Openjob con l'obiettivo di sostenere i clienti-imprese, stimolando la ripresa economica. Lo strumento è piuttosto semplice: Openjob restituisce il 50% del margine applicato sui nuovi contratti, sottoscritti tra giugno e luglio 2010, sulle prime fatture emesse il prossimo anno. Concretamente, significa che le aziende che attiveranno un contratto di somministrazione del personale fino al prossimo 31 luglio, potranno beneficiare di uno sconto (la metà del margine a preventivo) che verrà reso nel 2011. In questo modo, Openjob conta da una parte di accelerare la sottoscrizione di nuove commesse, dall'altra di fidelizzare sempre più il rapporto con i committenti. «La nostra caratteristica è quella di fornire servizi alle piccole e medie imprese italiana, che rappresentano il nostro target, oltre ad essere davvero la vera ossatura dell'economia del nostro Paese - spiega l'amministratore delegato di Openjob, Rosario Rasizza -. Queste realtà sono quelle che stanno ripartendo dopo lo choc della crisi, cercando di non appesantirsi di costi fissi, in attesa di un consolidamento. Per questo puntano su figure di alto livello, capaci di imprimere un'accelerazione a questo processo. I mesi di giugno e luglio, inoltre, rappresentano da sempre il momento dell'anno di più forte utilizzo del lavoro in somministrazione». Con il progetto Opencredit l'agenzia funge da salvadanaio, mettendo a disposizione risorse per l'anno nuovo. Si tratta, tra l'altro, di un'iniziativa che fa seguito ad altre analoghe, promosse nei mesi scorsi. Tra le attività di sostegno alle imprese si segnala "Openfido", un fondo di due milioni di euro da utilizzarsi per garantire l'invio dei lavoratori in aziende anticipando gli stipendi e consentendo all'azienda di saldare la fattura dopo sei mesi. «Ci siamo un po' sostituiti alle banche - illustra Rasizza -. Ogni volta ci inventiamo qualcosa di nuovo, preferendo concentrare gli sforzi su progetti concreti, anziché investire in pubblicità e comunicazione». Un altro esempio è la cosiddetta "Operazione mamma Serena", che nel 2009 ha offerto un voucher per sostituire la dipendente in procinto di entrare in maternità con l'obiettivo di garantire il ricambio occupazionale.