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Economia Politica economica

Recuperano terreno i rendimenti dei fondi pensione

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2010 alle ore 13:40.

Nel 2009, i rendimenti dei fondi pensione recuperano terreno. Grazie soprattutto alle migliori performance dei mercati mobiliari, i fondi negoziali hanno segnato un incremento dell'8,5%, ripianando interamente il gap registrato nel 2008 e chiudendo, quindi, il biennio, 2008-2009, a un discreto +1,7 per cento.

Positivi anche i risultati di gestione 2009 delle altre tipologie di fondi: +11,3% quelli aperti, +16,3% i nuovi Pip, Piani individuali pensionistici, anche se, entrambi, non sono riusciti ad appianare le perdite causate dalla crisi scoppiata nel 2008. Parla di «risultato complessivamente soddisfacente», il presidente di Covip, Antonio Finocchiaro, illustrando, a Roma, alla presenza del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, l'annuale relazione di gestione dell'istituto che vigila sulle forme pensionistiche complementari. Finocchiaro evidenzia tuttavia come la crescita, nel biennio, dei fondi negoziali sia stata comunque inferiore al tasso di rivalutazione del Tfr, che è stato del 4,7 per cento.

«Il nostro sistema previdenziale integrativo ha retto bene meglio di altri dando evidenza distabilità strutturale», ha detto Sacconi, che ha sottolineato come «le perdite del 2008 sono state ampiamente recuperate», tutto questo «a dimostrazione che il nostro sistema privato può svolgere funzioni di interesse pubblico».

Per quanto riguarda la produttività, a fine 2009, le risorse delle forme pensionistiche complementari ammontavano a 73 miliardi di euro, in crescita di circa 11,6 miliardi
rispetto al 2008. L'incremento - ha spiegato Finocchiaro - è riconducibile per quasi 7,3 miliardi al saldo positivo tra Tfr (11,1miliardi) e prestazioni (3,8miliardi) e per 4,3 miliardi ai risultati della gestione finanziaria. Finocchiaro ha poi evidenziato come l'evoluzione positiva dei rendimenti dei fondi pensione sia confermata anche nei primi 3 mesi del 2010, nel corso dei quali i profitti sono stati positivi di 2 punti per i fondi negoziali, di 2,7 punti per quelli aperti e di 4,1 punti per i Pip nuovi. Performace che si dovrebbero consolidare durante l'anno e, con il ritorno alla crescita economica, recuperare le residue perdite nel medio lungo periodo.

Rallenta la crescita delle adesioni alle forme pensionistiche complementari. Secondo la Covip le nuove adesioni registrate lo scorso anno sono state circa 320mila. Al netto delle 120mila uscite per riscatto o pensionamento, l'incremento complessivo degli iscritti rispetto al 2008 é stato del 4,2%, portando il totale a 5,1 milioni. Escludendo nel calcolo l'incremento registrato nei piani di investimento nuovi il numero degli aderenti ai fondi aperti e negoziali sarebbe rimasto stabile. Nei primi tre mesi dell'anno in corso, invece, le adesioni complessive risultano aumentate di un punto percentuale. Distinti per condizione professionale, sono 3,7 milioni i lavoratori dipendenti del settore privato, di cui circa 2 milioni gli iscritti ai fondi pensione negoziale di nuova istituzione e gli altri distribuiti tra fondi aperti (400mila), preesistenti (650mila) e Pip (720mila).

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Il comparto del lavoro autonomo è presente con oltre 1,2 milioni di unità, mentre l'adesione dei dipendenti pubblici é residuale, pari ad appena 138mila unità. Un dato che deve crescere, ha detto Finocchiaro, perché per gli statali la pensione complementare «è ormai più che una scelta una necessità». Finocchiaro ha ricordato, infatti, che nel 2009 sono stati introdotti interventi destinati a incidere sul grado di copertura pensionistica offerto dal primo pilastro. Si tratta della revisione dei coefficienti di trasformazione, l'incremento dell'età di pensionamento per le dipendenti pubbliche e il nuovo sistema "a scorrimento" che rimodula le finestre di uscita verso la pensione.

Tutti questi interventi, ha sostenuto Finocchiaro, «consentono un più stretto collegamento tra età anagrafica, prestazione pensionistica e contributi, finalizzato a garantire la sostenibilità del sistema pensionistico nel tempo». D'altra, ha aggiunto, «in prospettiva le pensioni erogate dal settore pubblico risentiranno negativamente della caduta del pil registrata nel biennio 2008-2009, tanto da rendere ormai una necessità, anche per i dipendenti pubblici, ricorrere ad una forma di integrazione previdenziale».

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