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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2010 alle ore 08:06.
GENOVA
Mentre la Cina, messa da parte la crisi mondiale, ricomincia a correre, c'è chi, anche durante i mesi più bui del default globale, ha continuato a guadagnare quote di mercato nel territorio cinese. È il caso di Costa Crociere, la compagnia di navigazione italiana del gruppo Carnival, che nell'area ha investito circa 50 milioni di euro e nel 2010 ha raggiunto, nelle sole acque della Cina e dell'Estremo Oriente, quota 120mila passeggeri, in gran parte cinesi. Un'ascesa esponenziale, visto che nel 2009 gli ospiti delle navi Costa in quella zona ammontavano a 70mila. A livello di gruppo consolidato, invece, Costa prevede di raggiungere, nel 2010, 2,1 milioni di passeggeri contro 1,8 milioni del 2009.
Il risultato ottenuto in Cina, spiega Gianni Onorato, direttore generale della compagnia, è il frutto di una scelta precisa: mettere su quei mari navi sempre più grandi. Una strada che sarà seguita anche per i prossimi anni. Eppure la "conquista" delle rotte cinesi non è stata facile. «Abbiamo cominciato a muoverci - afferma Onorato - con i piedi di piombo, offrendo, per cominciare, una nuova destinazione agli europei. È stato aperto un ufficio in Cina nel 2005 e, nel 2006, abbiamo iniziato le operazioni con una nave, la Costa Allegra, da mille passeggeri. Anno dopo anno, sono stati estesi i periodi di crociera per favorire l'accesso degli ospiti cinesi. Dall'aprile 2009 si è aggiunta una seconda nave, la Costa Classica, da 1.680 passeggeri. E nel 2010 Allegra è stata sostituita da un'unità più grande, Costa Romantica, da 1.697 ospiti, che ha affiancato Classica. Il prossimo passo sarà posizionare nell'area navi da 2.200-2.300 passeggeri».
Al di là dei risultati positivi, Onorato non nasconde che l'azienda si aspettava un mercato «meno difficile». La Cina, aggiunge, «non è paese dove si possano fare affari mordi e fuggi o test di mercato. Per investire lì, e noi abbiamo impegnato una cifra che si avvicina ai 50 milioni di euro, ci vogliono aziende solide e anni di lavoro. Oggi cominciamo a cogliere frutti, che ci danno un vantaggio competitivo di fronte ad altre compagnie arrivate nell'area dopo di noi». Fattore determinante nella riuscita dell'operazione Cina, prosegue Onorato, «è stato avere un marchio conosciuto e italiano. E la Camera di commercio italo-cinese ci ha appena premiati per il nostro lavoro di promozione dell'Italia in Cina. L'obiettivo finale è far entrare la crociera nel paniere delle vacanze cinesi».