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Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2010 alle ore 08:06.
MILANO
Il piccolo Giorgio, di soli due anni, gli toglie il sonno. Gli impegni da neorettore del Politecnico di Milano rischiano di complicare il quadro. Non avrà il tempo di annoiarsi, Giovanni Azzone, classe 1962, esponente della generazione babyboomer, chiamato a 47 anni a guidare, dopo gli otto anni di Giulio Ballio, un'azienda da 400 milioni di fatturato, per un terzo collegati alla realtà produttiva milanese. Rettore: primus inter pares. «Tipo i cavalieri di re Artù - commenta un collega che ci chiede di non essere citato - avete presente? Ci vuol diplomazia, in dosi da cavallo».
Il responso delle urne è chiaro: 612.1 voti pesati contro i 513.9 dell'avversario, Riccardo Pietrabissa. Rettore, non le sembrano pochi questi voti di differenza? «Direi di no, è la stessa che toccò al mio predecessore otto anni fa quando fu eletto per la prima volta», dice al Sole 24 Ore Giovanni Azzone, definendosi subito «un'esperienza fortunata». Di indole prudente, moderata, allievo di Umberto Bertelè, carriera fulminante, a soli 32 anni era già professore straordinario. Prorettore dal 2004, con il vantaggio di conoscere "la macchina".
Famiglia piemontese da sei generazioni, il nonno si trasferì a Milano, città in cui la sua famiglia pronunciò il classico «hic manebimus optime». Ingegnere gestionale, al contrario di Ballio, un "tecnico puro", Azzone - che è stato consulente di Azeglio Ciampi – ha dato un grande contributo al Mip e a progetti come il Politong della Tongji di Shanghai.
Moglie lucana, di Avigliano (Potenza), imprenditrice editoriale, Azzone si definisce «fanatico di bridge, ma a livello dilettantesco». Amante dei gialli scandinavi, gli piace viaggiare «dappertutto, ma via terra». Milanista, da sempre. Attivo nei think tank «come proiezione sulla società, mi sembra giusto essere presente», ha collaborato con la voce.info ed è stato tra i cento promotori della Fondazione Farefuturo («nel comitato scientifico», puntualizza).
Zodiacalmente: sagittario ascendente scorpione. «Azzone – gli chiediamo – lo sa che lei è nato il 24 novembre, lo stesso giorno del mitico Enrico Cuccia? «Davvero? Non lo sapevo. Mi sembra di buon auspicio», è il commento a caldo. Pragmatico, dicono di lui. Durante lo scrutinio, a metà dello spoglio, guardando lo schermo che lo dava sotto di 50 punti sul concorrente, ha detto: «Ho perso, vado a casa, è giusto così». Salvo poi trattenersi fino a quando la situazione si è rovesciata in suo favore. Del concorrente dice: «Una persona di qualità, con la quale potremo lavorare bene insieme».