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Economia Aziende

A Pomigliano in attesa della fiaccolata per il piano Fiat

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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2010 alle ore 13:44.

È tutto pronto in città per la manifestazione di oggi pomeriggio alle 17,30 che partirà dai cancelli dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco, organizzata dai colletti bianchi ma a cui è annunciata la partecipazione di una buona fetta della società civile locale. Dagli amministratori comunali, ai parroci di alcune chiese, alle associazioni culturali. Tutti per dire di sì al nuovo piano produttivo per la fabbrica Giambattista Vico.


Una fiaccolata sfilerà per le vie della cittadine per confluire nella centralissima Piazza Primavera. Ed è proprio qui, nel cuore della cittadina del Mezzogiorno, che si stanno allestendo in queste ore anche i gazebo per la raccolta di firme in favore del piano Fiat.
Qui i giovani del Pdl locale, stanno preparando i registri per la petizione popolare. «Ci siamo organizzati in 24 ore - spiega Carlo uno dei promotori della raccolta di firme - perché è un momento storico per la nostra città, la cui economia non può prescindere dalla Fiat. Se si chiude lo stabilimento di Pomigliano, sono almeno 15 mila le famiglie che vengono appiedate. Speriamo di raccogliere centinaia di firme».

In Piazza Municipio il gazebo è già pronto. Sono già arrivati anche i parlamentari. Il primo è stato il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino: «se la Fiat ripensasse al proprio investimento per Pomigliano d'Arco sarebbe un suicidio per l'Italia ma soprattutto per la Campania». Anche il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro è qui a firmare la petizione: «spero e sono convinto di un risultato positivo al referendum, sarebbe un segnale forte. Non credo sia vero che i lavoratori perdano i propri diritti con l'accordo. Penso che i lavoratori di Pomigliano, proprio in questo momento, dimostreranno il loro valore e metteranno a punto la Panda in modo da far vedere che sono seri, concreti e preparati».

I gazebo sono disseminati anche in altre vie cittadine, in periferia e al centro. Una grossa mano agli organizzatori è arrivata dalla neo-eletta amministrazione comunale, la prima di centro-destra dopo 15 anni. Ed è proprio uno dei suoi assessori, Roberto Iossa ad aver ideato la mascotte a simbolo della campagna pro-Fiat. Si tratta di un Panda, battezzato con il nome di "Tore il lavoratore". «Abbiamo tappezzato la città con i manifesti di Tore - commenta Iossa - perché ha anche un significativo che va oltre la campagna referendaria del sì allo stabilimento Fiat. Vogliamo dire a tutti che questo è un popolo di lavoratori che non ha paura di raccogliere le sfide che possono portare un futuro più sereno all'economia del territorio e alla nostra gente».

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Operai Fiat all'ingresso dello stabilimento di Pomigliano (Infophoto)

Tags Correlati: Fiat | Giambattista Vico | Italia | Lavoro | Luigi Cesaro | Massimo Brancato | Maurizio Landini | Maurizio Mascoli | Nicola Cosentino | PDL | Roberto Iossa

 

Sembra di essere tornati in campagna elettorale, terminata solo due mesi fa. La città è stata invasa oggi anche da altri manifesti, dei vari sindacati promotori sempre del sì. Peraltro alla manifestazione di oggi prenderanno parte anche alcuni rappresentanti sindacali che continuano a essere ottimisti circa la possibilità di riportare la produzione a pieno ritmo a Pomigliano. La Fiom, che è contro il nuovo piano Fiat e che non ha firmato l'accordo, già ieri, aveva denunciato che la fiaccolata era stata organizzata dalla stessa azienda per invitare i lavoratori a prendervi parte. «Emergono - avevano sottolineato in una nota i segretari generali della Fiom-Campania, Maurizio Mascoli e di Napoli, Massimo Brancato - le peggiori tradizioni della Fiat, che ripropone a distanza di 30 anni una marcia dei 40mila in sedicesimo». Oggi il leader nazionale dello stesso sindacato, Maurizio Landini usa parole ancora più forti: «siamo di fronte - dice - ad una vera e propria manifestazione di regime che ci riporta agli anni più tragici e bui della storia del nostro Paese».

Ma nonostante l'opposizione della Fiom, oggi pomeriggio è annunciata una forte presenza anche di operai della Fiat alla fiaccolata. Il tutto sotto il controllo delle forze dell'ordine perché l'atmosfera in città è davvero incandescente e si teme che qualcuno possa disturbare il corteo dei promotori del sì. «Abbiamo saputo solo questa mattina io ed altri colleghi - spiega Giancarlo, un operaio del reparto montaggio della linea Alfa 147 - che c'era la manifestazione. Nessuno ci ha chiamati a raccolta e siamo pronti a parteciparvi, perché vogliamo che sia chiaro a tutti da che parte stiamo. Speriamo che martedì il referendum metta la parola fine a questa storia perché vorremmo stringere i tempi e tornare presto a lavorare in modo costante ».

Già, perché qui la parola d'ordine negli ultimi due anni è stata cassa integrazione. Cinquecento euro in meno al mese nelle buste paga degli operai. Una situazione insostenibile per chi ha moglie e figli e deve comunque tirare a campare. La nuova missione produttiva per molti è la speranza, l'ossigeno che arriva nel momento più buio di questa fabbrica. «Almeno i sacrifici fatti fino ad ora - dice Gerardo, reparto carrozzeria della linea Alfa 159 - saranno serviti a qualcosa. E sono certo che dimostrando la nostra buona volontà, e lavorando sodo anche Fiat in futuro abbia interesse a diventare più malleabile. Ma tutto sta ad iniziare». Davanti all'ingresso numero 2 da cui partirà la fiaccolata da qualche ora già sostano alcuni lavoratori. Tra loro c'è anche Pasquale, il venditore ambulante di cianfrusaglie che sta allestendo il suo banchetto, ma che ha portato oggi molta più merce degli ultimi tempi. «Mi hanno detto che oggi qui ci sarà tanta gente - ci spiega - quanta non ne vedevamo da anni. Certo non saranno i 20 mila di una volta, ma neanche i 10-20 degli ultimi mesi. Chissà che pure io non possa finalmente riprendere a vendere qualcosa».

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