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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2010 alle ore 09:09.
Pressing dei sindacati sulla Fiat perché confermi l'investimento a Pomigliano d'Arco anche dopo l'esito del referendum che – nonostante il netto prevalere dei sì – ha evidenziato come più di un terzo dei lavoratori dello stabilimento si sia pronunciato contro l'accordo separato. C'è forte preoccupazione tra i sindacati dopo che la Fiat, a causa del risultato inferiore alle aspettative, ha fatto capire che il progetto per il trasferimento della produzione della nuova Panda a Pomigliano è in bilico. Nel referendum il dato conclusivo disaggregato mostra tra gli operai il sì attestato al 60,08% (2.494 voti) contro il 39,92% di no (1.657 voti).
Mentre tra gli impiegati prevale nettamente il sì con il 96,10% (394 voti) sul no fermo al 3,90% (16 voti). In totale, escludendo schede bianche e nulle, i sì sono stati il 63,32% i no il 36,68 per cento. «I numeri del referendum dicono che i lavoratori vogliono l'investimento, ma sono anche attenti a proteggere i loro diritti e a non accettare qualunque condizione», commenta il vicesegretario generale della Cgil, Susanna Camusso, sottolineando: «Nel testo della Fiat ci sono due punti, sulla malattia e sulle clausole anti-sciopero, non derogabili perché sono diritti universali dei lavoratori». Per Camusso «va ricercata una soluzione condivisa da tutti». La Cgil ha sostenuto il sì al referendum, a differenza della Fiom che pur ritenendo «illegittima» la consultazione ha invitato i lavoratori a votare per «evitare ritorsioni da parte dell'azienda».
Nonostante le due sigle contrarie all'accordo (Fiom e Cobas) rappresentino un migliaio dei 5mila lavoratori dello stabilimento campano, i no sono stati 1.673. Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, nel ringraziare i lavoratori di Pomigliano per «aver dimostrato una responsabilità e una dignità che deve essere elemento di riflessione per tutti», accusa la Fiat: «Voleva organizzare un plebiscito con ricatto e invece i lavoratori hanno risposto chiedendo l'investimento, il lavoro ma anche la dignità». Alla Fiom che propone di riaprire il tavolo, è già arrivata la risposta della Fiat, intenzionata la prossima settimana a convocare solo le quattro sigle firmatarie. Non solo la Fiom sollecita cambiamenti, anche il sindaco di Pomigliano d'Arco, Lello Russo (Pdl) chiede «qualche modifica all'accordo per soddisfare la parte dei lavoratori che ha espresso il proprio no».