Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2010 alle ore 08:49.
MILANO - Ora è il momento di dare una bella accelerata alla macchina organizzativa dell'Expo, senza ulteriori perdite di tempo e nella convinzione di lavorare su un dossier strategico per il paese (e non solo per Milano). Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano – l'ente che esprime il presidente della società di gestione dell'evento, cioè Diana Bracco – saluta la nomina di Giuseppe Sala al vertice operativo dell'Expo e si augura di aprire un ciclo costruttivo.
L'Expo, ancora una volta, cambia timoniere: è un bene o un male?
Dalla vittoria di Parigi sono passati oltre due anni e il panorama mondiale è cambiato radicalmente. Gli effetti della grande crisi, che ancora ci preoccupano, hanno contagiato anche Expo complicando il suo cammino verso il 2015. Il timoniere è importante ma la squadra è fondamentale e deve ritrovare coesione e unità di intenti. Detto questo non penso che i cambiamenti siano un dramma, il problema centrale sono i risultati.
Perché, a 27 mesi dalla vittoria su Smirne, siamo ancora a questo punto e la macchina dell'Expo non è riuscita a mettersi in moto?
La fase di avvio è stata difficile e problematica ma non si può dire che la macchina dell'Expo sia ancora ferma. Le altre istituzioni, che fanno parte della società di gestione, stanno portando avanti diverse attività. La Camera di commercio di Milano, con la sua azienda speciale Promos, ha avviato nel 2010 i tavoli tematici guidati da Bruno Ermolli che coinvolgono tutto il mondo delle imprese. Nell'arco di sei mesi sono stati raccolti 32 progetti autofinanziati che si svilupperanno fino e oltre il 2015.
Condivide i timori e i malumori del Bie sull'Expo di Milano, dove proprio oggi Moratti e Sala si recheranno per illustrare all'assemblea dei delegati il dossier Expo?
Fino a oggi il Bie ha approvato tutti i passaggi previsti dal dossier di candidatura ma va dato un chiaro messaggio di fiducia e determinazione. Non solo a Parigi ma anche a Milano e all'Italia.
Si è perso molto tempo sulla questione decisiva delle aree: qual è la sua opinione al riguardo?
Il problema delle aree è complesso ma è in fase di soluzione. L'importante è che l'operazione avvenga nella massima trasparenza. Le aree coinvolte nel progetto devono essere restituite alla città valorizzate e nel rispetto dell'ambiente. Questa è una delle eredità che dovrà lasciare Expo per le generazioni future.