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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2010 alle ore 08:27.
ROMA - Ora sotto con i comuni. Dopo il decreto sui beni demaniali varato il 20 maggio scorso e la relazione tecnica presentata ieri, la prossima tappa sarà il «federalismo muncipale». Con il secondo dlgs il governo trasferirà ai comuni imposte nel comparto territoriale e immobiliare per 25 miliardi di euro.
La conferma è giunta ieri dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Lo schema ricalca quello anticipato dal Sole 24-Ore il 24 giugno scorso. Tranne il nome che non dovrebbe essere né «service tax» né «imposta municipale unica». Il meccanismo sarà il seguente: ai 10 miliardi che già oggi i sindaci incassano dall'Ici sulla seconda casa si aggiungeranno altri 15 miliardi derivanti dai «tributi statali che attualmente insistono sul comparto immobiliare». Vale a dire Irpef, imposta ipotecaria-catastale e di registro.
Quando ciò avverrà (molto probabilmente nel 2012 ma si potrebbe antipare al 2011 per compensare almeno in parte i tagli della manovra, ndr), i trasferimenti statali oggi diretti ai municipi subiranno una "sforbiciata" di egual misura. Per quella data dovrebbe diventare realtà anche la cedolare secca del 20% sugli affitti, il cui gettito sostituirà quello prodotto dall'Irpef immobiliare. E la possibile perdita di introiti per l'erario – da 175 milioni a 1,8 miliardi di euro secondo le diverse stime – dovrebbe essere compensata con l'emersione dal sommerso.
Toccherà ai primi cittadini decidere se far confluire nella tassa unica sugli immobili anche altre voci che oggi compongono il variegato universo tributario dei comuni italiani. Dove accanto a "volti noti" come Tarsu, Tosap e Tia si trovano illustri sconosciuti o quasi come la tassa per l'ammissione ai concorsi e il canone per l'occupazione di spazi o aree pubbliche.
Il dlgs sull'autonomia fiscale dei comuni dovrebbe essere accompagnato da quello per le province. Che punterà sui trasporti e sull'auto sempre nell'ottica di semplificare il quadro. Il loro varo dovrebbe essere contestuale e potrebbe avvenire nel corso del primo Consiglio dei ministri utile. A chiudere il cerchio della futura fiscalità territoriale dovrebbe poi giungere il decreto sull'autonomia tributaria delle regioni. Che potranno contare su Irap (magari alleggerita rispetto a oggi), addizionale ampia all'Irpef e compartecipazione all'Iva.
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