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Questo articolo è stato pubblicato il 02 luglio 2010 alle ore 16:59.
Ogm, quote latte, etichette trasparenti, tre questioni calde sul fronte agricolo che sono state al centro dei lavori dell'assemblea della Coldiretti, che si è svolta oggi alla presenza dei ministri Giulio Tremonti, Maurizio Sacconi e Giancarlo Galan.
Il presidente dell'organizzazione agricola, Sergio Marini, ha ribadito il secco no alle biotecnologie: «bisogna dare più soldi ai Paesi in via di sviluppo per acquistare il cibo altro che produrre di più. È una grande bugia sbandierare il potere salvifico degli ogm la cui dffusione sotto il pressing delle multinazionali è aumentata insieme al numero degli affamati». No dunque agli ogm anche per salvare «l'identità e la distintività del made in Italy» che solo un'etichetta con la chiara indicazione delle materie prime utilizzate può garantire. E sulla tutela del prodotto italiano la Coldiretti. che ha raccolto un coro di consensi da governatori e ministri, ha chiesto al Parlamento di rispolverare subito il disegno di legge già approvato dal Senato.
Sulle quote latte il ministro delle Politiche agricole, Galan, ancora una volta ha sostenuto la linea della legalità. Le multe insomma vanno pagate secondo quanto prevede la legge varata dall'ex ministro Zaia che ora però spinge per una sospensione. Ma chi si aspettava scintille tra Galan e il suo predecessore, attuale presidente del Veneto, è rimasto deluso. Alla vecchia questione del debito da pagare sul surplus di latte, Galan ha fatto solo un accenno. Mentre Zaia ha evitato l'argomento concentrandosi sull'Ogm e sul progetto, applaudito dalla Coldiretti, di fare del Veneto una regione ogm-free. Altro tema che rischia di spaccare il mondo agricolo dopo la dichiarazione di Galan che ha aperto alle sperimentazioni. Ma oggi era una «festa» da non rovinare e così nessuno ha contrastato la ferma opposizione della Coldiretti. Che ha raccolto anche la piena adesione della pattuglia dei ministri al progetto per una filiera tutta italiana e alla nuova società di trading dei cereali di proprietà degli agricoltori.«Filiera agricola italiana», questo il nome, è stata costituita da 18 Consorzi agrari, 4 cooperative, 2 organizzazioni dei produttori, Consorzi agrari d'Italia e Legacoop e punta a gestire oltre 20milioni di quintali di cereali tra grano duro, tenero, girasole e soia, naturalmente non ogm.