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Economia PMI

Congelati 10,5 miliardi di debiti

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2010 alle ore 08:36.


ROMA
Continuano ad aumentare le domande per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese: a fine maggio quelle accolte hanno raggiunto quota 150mila, per un importo di rate sospese pari a circa 10,5 miliardi di euro (a fronte di un debito residuo di circa 46 miliardi).
Sono gli ultimi dati sull'andamento dell'avviso comune tra Abi, Confindustria e le altre associazioni imprenditoriali firmato ad agosto dell'anno scorso e prorogato fino al 31 gennaio 2011. Si tratta di 500 milioni in più rispetto ad aprile, sottolinea una nota Abi. Un segnale dell'interesse delle aziende e della disponibilità del sistema bancario.
Ciò non vuol dire però che il problema del credito per le imprese sia alle spalle: «La situazione rimane critica», dice Francesco Bellotti, presidente di Federconfidi, la Federazione che riunisce i Confidi di Confindustria, parlando ieri all'assemblea annuale.
«La moratoria era necessaria ed è stata positiva», commenta Bellotti, sottolineando il ruolo che i Confidi hanno avuto anche in questa circostanza. «Ci siamo assunti la responsabilità di aderire, prolungando la garanzia sui crediti erogati. Lo abbiamo fatto senza remore, anche se ciò ha un impatto sui costi», ha continuato Bellotti. Una maggiore attività del sistema di garanzie che avrebbe bisogno di attenzione, con «interventi straordinari della politica per un rafforzamento patrimoniale».
I principali destinatari sono le piccole e medie imprese, che hanno bisogno di un sistema dei Confidi sempre più solido e vedono nel sistema delle garanzie un interlocutore importante, come dimostrano i numeri: Federconfidi ha 49 soggetti aderenti che associano oltre 75mila pmi a carattere prevalentemente industriale. A fine 2009 gli affidamenti garantiti in essere da questo sistema ammontavano ad oltre 12 miliardi.
Apprezzamento, ma anche un invito ad «aggregarsi, ad essere meno operativi e più strategici», è arrivato da Vincenzo Boccia, presidente della Piccola industria di Confindustria. Obiettivo del sistema imprenditoriale, ha sottolineato Boccia all'assemblea di Federconfidi, è rafforzarsi. Quindi è importante avere strumenti di finanziamento a medio termine, non più a breve, come è il private equity. Bene quindi il ruolo dei Confidi, bene quello del Fondo per le piccole e medie imprese, nato recentemente e fondato dal ministero dell'Economia, Cassa Depositi e prestiti, Confindustria, Abi, IntesaSanpaolo, Unicredit e Mps. Ieri l'ad, Gabriele Cappellini, ha annunciato che il fondo destinerà 1 miliardo, circa la metà delle risorse, ad interventi diretti, con il meccanismo del "fondo dei fondi", collaborando con il private equity. «L'obiettivo è essere capillari sul territorio», ha detto Cappellini, aggiungendo che non saranno salvate aziende decotte, che il regolamento del Fondo è ancora al vaglio di Bankitalia e che entro settembre-ottobre ci sarà la prima analisi sugli investimenti.

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Attenzione al territorio, per sostenere la ripresa: è questa la strada da percorrere, ha insistito Boccia, mentre un'applicazione troppo vicina, in questa fase post recessione, di Basilea 3 sarebbe negativa. Con le banche, hanno detto sia Bellotti che Boccia, bisogna puntare al dialogo. I numeri della moratoria sono a dimostrare i frutti della collaborazione: su 197mila domande da parte delle aziende (per un controvalore di finanziamenti in essere di 59 miliardi di euro), il sistema bancario ne ha analizzate 188mila (56 miliardi di euro), accogliendo il 77% delle domande (152mila pari a 46 miliardi), mentre sono in corso di esame altre 23mila (7 miliardi) e solo il 2,6% non è stato accolto (5.200 per 1 miliardi di valore).
E da parte dell'Abi, come ha detto ieri all'assemblea di Federconfidi il direttore generale, Giovanni Sabatini, c'è l'impegno a voler sostenere il sistema imprenditoriale in questa fase di uscita dalla crisi. In particolare sui Confidi Sabatini ha sottolineato l'importanza delle linee guida individuate per il rinnovo delle convenzioni.
Inoltre ha sollecitato un rafforzamento patrimoniale, a prescindere dalla configurazione giuridica, ed anche un'innovazione di prodotto: i Confidi dovrebbero garantire anche operazioni bancarie diverse dal credito, come la patrimonializzazione. Inoltre servirebbe un data base sulle aziende che potrebbe favorire ciò che viene richiesto dal mondo imprenditoriale e che Boccia ieri ha sottolineato: una valutazione dell'azienda non solo sulla base dei numeri di bilancio ma qualitativa.
Quanto alla patrimonializzazione dei Confidi, Bellotti ha proposto di consentire l'apertura a soggetti interessati all'attività (Regioni, Camere di Commercio, Fondazioni), o imprenditoriali, (banche, grandi imprese, intermediari), ferma restando la governance in capo alle pmi socie, «una condizione imprescindibile per garantire autonomia e responsabilità operativa».
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