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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2010 alle ore 08:54.
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) rivede al rialzo le stime di crescita mondiali per il 2010, mentre lascia invariate quelle per il 2011. Nell'aggiornamento del World Economic Outlook, l'Fmi prevede che l'economia globale si espanderà quest'anno del 4,6%, ovvero 0,4 punti percentuali in più rispetto a quanto previsto in aprile (+4,2%). Per il 2011 la stima è invariata a +4,3%.
Per quanto riguarda l'Italia, vengono rialzate le previsioni di crescita per il 2010: il pil si espanderà quest'anno dello 0,9% a fronte del +0,8% stimato in aprile (+0,1 punti percentuali). Limata invece la stima 2011, quando l'economia è prevista segnare un +1,1% a fronte del +1,2% stimato in aprile (-0,1 punti percentuali).
L'economia di Eurolandia, invece, si espanderà nel 2010 dell'1,0% e nel 2011 dell'1,3%. Una previsione invariata rispetto a quella di aprile, mentre si riduce di 0,2 punti percentuali quella del 2011. Per gli Stati Uniti, il Fondo ritocca al rialzo sia la stima 2010 sia quella 2011: il paese crescerà quest'anno del 3,3% (+0,2 punti percentuali) e il prossimo del 2,9% (+0,3 punti percentuali).
All'interno di Eurolandia, il Fondo stima per la Germania un pil in aumento dell'1,4% nel 2010 (+0,2 punti percentuali rispetto alle previsioni di aprile) e dell'1,6% nel 2011 (-0,1 punti percentuali); per la Francia la previsione è di una crescita dell'1,4% quest'anno (-0,1) e dell'1,6% il prossimo (-0,2); per la Spagna l'economia è prevista contrarsi dello 0,4% nel 2010 (stima invariata) e avanzare dello 0,6% (-0,3) nel 2011.
La ripresa globale andrà avanti nonostante le turbolenze sui mercati. Ma i rischi al ribasso sono «sono aumentati notevolmente». L'Fmi prevede che l'inflazione resterà moderata nelle economie avanzate, fra l'1,25% e l'1,5% nel 2010 e nel 2011.
Date le deboli pressioni inflazionistiche, «la politica monetaria può restare altamente accomodante nel futuro prevedibile nelle economie avanzate. Questo aiuterà a mitigare gli effetti avversi sulla crescita del risanamento fiscale e - osserva l'Fmi - al nervosismo dei mercati finanziari. Se rischi al ribasso dovessero materializzarsi, la politica monetaria dovrebbe essere la prima di difesa in molte economie avanzate. In questo scenario, con i tassi di interesse già vicini allo zero nelle maggiori economie, le banche centrali potrebbero dover ricorrere di nuovo a un utilizzo più forte del proprio bilancio per allentare le condizioni monetarie».