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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2010 alle ore 17:31.
Si ricompone – almeno per ora – la frattura all'interno della maggioranza di governo sulla querelle delle quote latte. Ieri, nell'infuocato iter parlamentare sulla manovra, il relatore Antonio Azzollini (Pdl) ha presentato in commissione Bilancio al Senato un emendamento finalizzato a far slittare dal 30 giugno al 31 dicembre 2010 il termine per il pagamento delle multe dovute per il superamento dei tetti produttivi imposti dall'Unione europea.
Una richiesta di modifica, in realtà, fortemente voluta dalla Lega Nord, alla quale fanno riferimento meno di 2 mila allevatori – su un totale di oltre 40mila attivi in Italia – contrari al versamento delle sanzioni. E l'ipotesi è stata comunque subito accolta da un secco «no» del ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, che sul Sole 24 Ore e a margine di un question time alla Camera, ieri pomeriggio, ha anche minacciato le dimissioni nel caso l'emendamento fosse stato approvato.
Ma oggi il governo ha fatto quadrato attorno al ministro. In un documento la Presidenza del Consiglio ha espresso infatti parere contrario all'emendamento. Anche se a questo punto si tratterà di verificare la «tenuta» di questa linea, da qui al voto finale della manovra.
Sull'ipotesi di uno stop al pagamento delle multe, dal Carroccio arrivano nel frattempo accuse di strumentalizzazioni. «L'emendamento che fa tanto arrabbiare Galan – riferisce il capogruppo della Lega in commissione Agricoltura della Camera, Sebastiano Fogliato – non è altro che una sospensione per tutto il 2010 delle scadenze che gravano sugli allevatori e non certo un abbuono dei pagamenti che comunque saranno tenuti a fare. Sulla sospensione delle multe ci sono solo strumentalizzazioni ideologiche. Non riesco francamente a comprendere lo spirito che anima certe iniziative del ministro Galan che, ogni volta che parla, sembra soffrire il confronto con il suo predecessore Zaia».
Per la Lega l'emendamento servirebbe in sostanza solo a «dare ristoro agli allevamenti da latte che, come tutte le imprese italiane, stanno soffrendo la congiuntura negativa e quindi hanno difficoltà a sostenere anche l'onere delle multe pregresse».