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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2010 alle ore 16:19.
Se l'emendamento alla manovra sulle quote latte «dovesse essere adottato la Commissione sarebbe costretta ad avviare la procedura appropriata ai sensi del Trattato», scatterebbe cioè la procedura d'infrazione. Lo scrive il commissario europeo all'Agricoltura Dacian Ciolos in una lettera al ministro delle politiche agricole Giancarlo Galan, aggiungendo di appoggiare «pienamente la netta posizione» espressa da Galan in materia, che ha anche minacciato le dimissioni.
Ieri in commissione al Senato è passato per un voto un emendamento che prevede lo slittamento a fine anno (dal 30 giugno) della restituzione delle multe sulle quote latte da parte degli agricoltori.
La reazione europea. «Non c'è alcun dubbio che la sospensione dei pagamenti, prevista nell'emendamento, sarebbe non solo in netto contrasto con il diritto Ue ma anche con i ripetuti impegni, assunti a livello politico dal Governo italiano, di imporre una rigorosa ed efficiente applicazione del regime delle quote latte in Italia» afferma il commissario Ue riferendosi all'emendamento a firma del senatore Antonio Azzollini e contro il quale si è pronunciato lo stesso Galan in Cdm, come sottolinea lo stesso Ciolos: «Prendo nota del fatto che il suo Ministero ha espresso netta contrarietà a tale emendamento».
Inoltre, «sospendere i pagamenti sarebbe non solo in contrasto» con la Decisione unanimemente adottata dal Consiglio nel 2003, «ma priverebbe - sottolinea ancora Ciolos - anche gli agricoltori italiani interessati dei vantaggi finanziari di quel piano che consiste nel pagare i prelievi senza interessi su 14 anni invece di pagare l'intero debito in una unica soluzione».
«Mi è d'obbligo sottolineare che il diritto Ue impone all'Italia di assicurare l'effettiva riscossione dei prelievi sulle eccedenze dovuti dai produttori di latte». Perciò, se sospendesse l'applicazione del piano di rateizzazione del 2009, introdotto con legge, «l'Italia sarebbe ancora più distante - prosegue Bruxelles - dall'adempimento dei suoi obblighi di riscossione ai sensi del diritto Ue. Questo aggraverebbe le preoccupazioni cui la Commissione ha recentemente dato voce nel suo rapporto al Consiglio del 26 Marzo 2010 a riguardo della estrema lentezza con la quale l'Italia opera l'esazione dei prelievi sulle eccedenze che non sono oggetto del piano di rateizzazione del 2003».