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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2010 alle ore 14:45.
Governo e parti sociali si incontreranno mercoledì pomeriggio per un confronto sul piano industriale di Telecom Italia che prevede 6.800 licenziamenti nei prossimi due anni, 3.700 dei quali previsti entro giugno 2011 e le cui procedure sono, difatti, state avviate a partire da oggi, lunedì. Lo ha riferito il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, a margine di un incontro pubblico a Milano. «Il Governo ha convocato le parti mercoledì pomeriggio - ha affermato Sacconi - proprio allo scopo di mettere in piedi il dialogo tra di esse su un piano industriale fatto, noi ci auguriamo, di investimenti e di sviluppo per la società e per il sistema di telecomunicazioni nel nostro Paese».
Lo stesso Sacconi si è augurato chem nell'ambito del confronto, il tema della riorganizzazione industriale possa prescindere dal ricorso agli esuberi. «Confido che venga meno - ha detto Sacconi - l'iniziativa dei licenziamenti». «La premessa per il dialogo - ha del resto aggiunto - è il ritiro o la sospensione di questa iniziativa»
La reazione dei sindacati. «Bene l'annuncio del ministro Sacconi di convocare al più presto le parti sociali rispetto alla questione Telecom - sottolinea il segretario confederale della Cisl, Annamaria Furlan -. O vviamente un incontro che dal piano industriale ci auguriamo possa dare risposte e prospettive concrete all'intera azienda, soprattutto ai suoi lavoratori».
«È Inconcepibile - aggiunge Furlan - in questo momento così delicato, un atteggiamento simile da parte di Telecom: distribuire utili agli azionisti e dall'altra parte licenziare i lavoratori. Il ruolo del settore delle telecomunicazioni del nostro paese, deve essere trainante per tutta l'economia e Telecom non si può sottrarre alla responsabilità di essere proprio lei la più grande imprese».
«Le dichiarazioni del presidente di Telecom Italia, Gabriele Galateri di Genola, preoccupano per il futuro che attende migliaia di lavoratori». Lo sostiene il segretario nazionale dell`Ugl telecomunicazioni, Stefano Conti, ribadendo «la totale contrarietà alla strategia di tagli indiscriminati al personale scelta ancora una volta dall`azienda, non solo perché la società è in attivo e continua a distribuire notevoli dividendi agli azionisti, ma anche in considerazione delle recenti ricollocazioni realizzate in particolare nel settore customer e open access».