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Questo articolo è stato pubblicato il 13 luglio 2010 alle ore 08:03.
Il congelamento delle multe per le quote latte rischia di spaccare la maggioranza su un dossier strategico per la Lega, come la tutela degli interessi degli allevatori. Anche se i leghisti restano sulle loro posizioni.
E Tremonti, nonostante le attese di Galan, non sembra disponibile a dare un dispiacere al suo "gemello siamese", Umberto Bossi. A Roma i leghisti hanno passato la giornata di ieri a blindare il testo. «Sorprese non dovrebbero esserci – dice Gianpaolo Vallardi, membro della commissione agricoltura al Senato – dato che in automatico tutte le misure approvate dalla commissione bilancio del Senato saranno recepite dal maxiemendamento alla manovra del Governo». Oggi alle 11 in aula inizierà la discussione del Senato sulla manovra. Se non cambierà il quadro politico, la fiducia dovrebbe essere posta giovedì. Anche se, secondo più di un osservatore, non ci si dovrebbe stupire di una accelerazione, con la fiducia già domani.
I leghisti difendono la loro misura: «Si tratta di evitare il fallimento di molte aziende del Nord. Non c'è nulla di male a difendere il nostro mondo. Preferisco che i miei figli bevano il latte della Bassa o del Piemonte, piuttosto che il latte lituano», dice Sebastiano Fogliato, membro della commissione agricoltura della Camera. E evidenziano le tecnicalità di questo congelamento: le multe riguardano 67mila allevatori che devono dare i soldi allo stato, che glieli ha anticipati, a un tasso del 6,5%; nel 2009 riguardano meno di cento aziende agricole. «Con questa misura – dice Vallardi – non si cancella nulla, si dà soltanto un poco di fiato a aziende che sono in difficoltà per la crisi del settore».
C'è, poi, un altro elemento che viene sottolineato. «Non si capisce che fine abbia fatto – spiega Franco Manzato, vicepresidente della Regione Veneto – il rapporto dei carabinieri commissionato all'arma ancora da Zaia, quando era titolare del dicastero dell'Agricoltura. Un rapporto da cui, a quanto è dato capire, risulterebbe che non c'è stato alcuno sforamento delle quote latte. Ho spedito tre lettere al ministro, l'ultima delle quali il 28 giugno». Manzato, che è un leghista di impronta moderata, è nella difficile posizione di collaboratore stretto di Zaia, che oggi è presidente della Regione Veneto, e di ex collaboratore della giunta Galan, uno dei primi fondatori di Forza Italia: «Io rispetto tutte le posizioni, anche quelle di Galan, ma occorre una verifica formale per capire cosa è davvero successo nelle nostre stalle negli ultimi dieci anni. Non sarebbe giusto che i nostri paghino multe che non devono».