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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2010 alle ore 15:42.
Una villetta disegnata al computer e costruita in un blocco unico grazie ad un plotter che trasforma semplice sabbia in roccia naturale e dà forma a qualsiasi disegno tridimensionale. Non è una boutade estiva ma un brevetto, anzi due considerando anche il ‘legante' ecocompatibile che viene miscelato con la sabbia, registrato in Gran Bretagna da Enrico Dini, un ingegnere pisano che dopo anni di lavoro e di investimenti, vede ora concretizzarsi i suoi sforzi «per stampare oggetti di pietra» in una realtà imprenditoriale pronta a decollare.
È dei giorni scorsi, infatti, la firma di una lettera d'intenti con un gruppo di imprese di costruzione per costituire a settembre una newco che avrà l'esclusiva per commercializzare nel Mezzogiorno la tecnologia D-shape - "modellare" appunto - della Dinitech. «Il contratto prevede l'impegno della newco ad acquistare 30 plotter prodotte da Dinitech, in tre anni, e tutti i prodotti chimici che fanno parte della nuova tecnologia» spiega Lando Franchi, un commercialista del capoluogo toscano a cui l'ingegner Dini, una volta messa a punto la tecnologia, si è rivolto per trasformare l'idea in un'impresa, coinvolgendo nel capitale della Dinitech anche il gruppo Fedeli (specializzato nell'importazione e commercializzazione di prodotti chimici di base) e la Camera di Commercio di Pisa che ha il 20% del capitale della società costituita a novembre 2009 con un milione di capitale sociale.
«Il contratto con questo gruppo di imprenditori rappresenta la svolta che aspettavamo. A regime vale 30 milioni di fatturato, un milione a macchina. Se il sud ha queste potenzialità, mi aspetto che nel nord del paese la risposta possa essere ancora più forte» spiega Enrico Dini dall'Inghilterra dove spesso viene invitato a presentare la tecnologia D-shape e dove quattro anni fa ha costituito la Monolite Uk, «via internet e spendendo appena 168 sterline», titolare di tutti i brevetti. «Mi fa un po' rabbia – ammette l'ingegnere-inventore-imprenditore – aver dato i brevetti in mano agli inglesi, ai quali andranno i proventi fiscali indotti della commercializzazione di questa tecnologia che io ritengo rivoluzionaria. Ma in Italia ho trovato troppe difficoltà. Non esiste un modello di finanziamento in grado di valorizzare un'idea concepita da una sola persona, così come non esiste un soggetto, una commissione, uno strumento di valutazione che misuri il valore della persona che sta dietro all'idea». Così il paese non riesce a valorizzare gli inventori, «una categoria strana, trasversale, interdisciplinare, spesso costituita da "imperfetti competenti" che però non può contare, in Italia, su interlocutori in grado di valorizzarne le idee. Spesso è inevitabile, come nel mio caso, andare all'estero». Un sistema, secondo Dini, che «prima forma i cervelli e poi li esilia». C'è da dire, comunque, che la famiglia di Dini operava già nel settore meccanico, con la Dini Engineering che produce macchine per il settore calzaturiero e che oggi produce anche i plotter D-shape.