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Nuovi reattori nelle ex centrali

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2010 alle ore 08:05.

ROMA - Mentre l'elettricità italiana è di nuovo sotto pressione, con i consumi che segnano nuovi record spinti dai condizionatori che fronteggiano la calura, il governo promette di recuperare i ritardi accumulati dal piano di ritorno al nucleare. Se ne fa interprete Stefano Saglia, il sottosegretario allo Sviluppo che regge il ministero ancora senza titolare. È vero che l'Agenzia per la sicurezza nucleare, snodo normativo e garante della riuscita dell'operazione, è in ritardo di quasi un anno. Ma il suo statuto è stato finalmente varato, anche se solo pochi giorni fa, e la struttura sarà pronta ai primi atti operativi «entro l'estate» garantisce Saglia.


Le nomine dei vertici dell'agenzia arriveranno entro fine mese, ribadisce il sottosegretario, che però ancora non si sbottona sulle indiscrezioni che indicano per la presidenza o l'illustre scienziato Maurizio Cumo o il popolare oncologo Umberto Veronesi che milita tra i parlamentari del Pd e costituirebbe quindi una garanzia "bipartisan", o ancora un altro stimato oncologo, Umberto Tirelli.

Nel frattempo Saglia alza un po' il velo sulla delicata questione dei siti da dichiarare "idonei" (ma la scelta materiale dovranno farla gli operatori). Visto che il paese «nel frattempo non è cambiato geologicamente o geograficamente» in pole position rimangono i luoghi delle centrali nucleari chiuse dopo il referendum del 1987: Trino Vercellese, Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta). Ma nella lista rientra anche il sito laziale di Montalto di Castro (Viterbo), già candidato a ospitare una centrale nucleare prima che l'Italia dicesse addio all'atomo.

Le centrali – spiega Saglia in un'intervista radiofonica – saranno preferibilmente piazzate sulla costa del mare invece di lambire i fiumi, che nel frattempo si sono fatti più avari della portata d'acqua. Ecco dunque Montalto, ma anche Latina, come siti ideali. Mentre qualche perplessità potrebbe sorgere su Caorso, che «non credo sarà al primo posto nei nostri pensieri».

I tempi? La localizzazione dei nuovi impianti si conoscerà – garantisce Saglia – nel 2011 e la comunicazione dovrà essere fatta «con determinati crismi per non allarmare nessuno». I ritardi nel varo dell'agenzia per la sicurezza? «Sulle nomine – afferma il sottosegretario allo Sviluppo – abbiamo voluto fare un approfondimento molto rigoroso. Le persone che la guideranno devono essere non solo competenti e di altissima professionalità ma devono avere anche una forza, non dico di persuasione, ma di credibilità e di convincimento nei confronti della popolazione».

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Prima pietra della prima centrale entro fine legislatura, come ha promesso il governo? Un po' di prudenza è d'obbligo. Saglia conferma l'impegno a completare comunque entro il 2013 «le procedure e gli adempimenti necessari».
Una garbata spinta al nucleare viene anche da Alessandro Ortis, presidente dell'autorità per l'energia. «L'Autorità non fa politica energetica, sono scelte che spettano al Parlamento e al Governo. Noi abbiamo immaginato strumenti a sostegno di tali iniziative attraverso contratti di lungo termine che consentano anche agli operatori che investono in progetti ad alta intensità di capitale, un ritorno a lungo termine» puntualizza Ortis a Radio 24.

A spingere non solo per il riequilibrio ma anche per il rafforzamento del nostro sistema elettrico sono i "richiami" che ci arrivano dai picchi della richiesta, come quello che si è verificato ieri a causa dell'ondata di calore sull'Italia: sotto la pressione dei condizionatori, si è registrata la punta massima di richiesta elettrica nazionale (55.312 megawatt alle 16), un livello che non si vedeva dal giugno 2008. E il sovraccarico ha creato problemi, e anche alcuni blackout, a Milano. Dovrebbe trattarsi di episodi isolati. Rispetto ai grandi blackout di qualche anno fa il sistema elettrico si è comunque rafforzato: più centrali e soprattutto un rafforzamento delle reti dovrebbero metterci – almeno così assicurano gli esperti – relativamente al sicuro.
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I NUMERI CHIAVE18 - L'investimento
La stima, in miliardi di euro, sugli investimenti necessari nell'ambito del progetto nucleare sviluppato da Enel ed EdF

25% - L'obiettivo
Il programma nucleare del governo punta ad assicurare attraverso l'atomo la produzione di almeno un quarto del fabbisogno elettrico

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