Manovra in dirittura d'arrivo alla Camera: oggi la fiducia

È iniziata in aula alla Camera la discussione generale della manovra economica da 25 miliardi di euro. Un esame che domani sarà blindato dalla fiducia, come è stato il passaggio nella commissione Bilancio. Il governo dovrebbe annunciare domani l'apposizione della fiducia, che sarà votata mercoledì, con il via libera definitivo giovedì dopo il voto degli ordini del giorno. I tempi sono stretti, visto che i termini di conversione del decreto legge di manovra scadono il 30 luglio. Oltre 600 emendamenti, ma nessuna possibilità di modifica. L'opposizione non demorde e ha messo in atto una maratona oratoria di protesta con 243 iscritti a parlare nella discussione generale sul testo: tutti i deputati del Pd e dell'Idv più sette dell'Udc. Solo quattro i parlamentari iscritti a parlare del Pdl, uno della Lega e due del gruppo misto.

La manovra, ha ribadito in aula il relatore Gioacchino Alfano, è stata «necessaria per la messa in sicurezza dei nostri conti e per evitare fenomeni speculativi che si sono verificati in altri Paesi». Dopo aver sottolineato che le modifiche del Senato sono state virtuose e hanno portato a una ulteriore riduzione dell'indebitamento netto, il relatore Alfano «non pregiudicherà l'attuazione del federalismo fiscale, anzi sarà una occasione di razionalizzazione per gli enti locali».

Si annunciano una serie di manifestazioni e scioperi contro la manovra. Il 28 e 29 luglio sono previste manifestazioni organizzate in piazza Montecitorio dal Popolo Viola, insieme alla Cgil e alla Fnsi, contro la manovra finanziaria e il disegno di legge sulle intercettazioni. Intanto oggi scioperano i diplomatici contro «i tagli indiscriminati» della manovra economica. L'iniziativa sta vedendo un'adesione «al 90 per cento dei soci con grosse sedi all'estero ridotte al minimo, Berlino e intere Direzioni generali della Farnesina chiuse», dice Cristina Ravaglia, presidente del Sndmae (Sindacato nazionale dipendenti ministero Affari esteri). E il 90% dei diplomatici, assicurano. sono nel sindacato. E il 90% di questi sta scioperando.

Sul piede di guerra anche i dipendenti della Camera che scioperano "'sulla carta" mettendo nero su bianco il loro dissenso, con un censimento sull'astensione dal lavoro che suona come un avvertimento per i piani alti. La maggioranza delle sigle sindacali aveva programmato uno sciopero, per così dire, simbolico. «Comincia un'ora dopo il turno di lavoro», recita l'invito affisso il 21 luglio nella bacheca dei dipendenti da Cgil, Cisl, Uil, Autonomo, Ora, Unione sindacale. Le sei sigle chiedono «subito una sede alta di confronto con il sindacato per discutere del futuro dell'amministrazione» e il pieno rispetto dell'articolo 75 del regolamento, sulla rappresentanza dei lavoratori. Questi i tagli che li aspettano in base alla manovra: riduzione per il triennio 2011-2013 del 5 e 10% delle retribuzioni eccedenti rispettivamente 90 e 150mila euro, blocco dell'adeguamento automatico delle retribuzioni, proroga del blocco delle pensioni di anzianità al 31 ottobre 2010, innalzamento, a regime, dei requisiti previdenziali: 60 anni di età o 40 anni di contributi, oppure pensionamento anticipato a 57 anni, ma con penalizzazioni "significative". (N.Co.)