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Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2010 alle ore 09:49.
Con il ruolo centrale che ricopre nell'ambito del progetto della zona euro per il salvataggio in extremis della Grecia, quel prestatore multilaterale che è il Fondo monetario internazionale è ritornato al punto di partenza. Alle sue origini, all'indomani della Seconda guerra mondiale, l'Fmi aveva come compito fondamentale quello di aiutare l'Europa a rimettersi in piedi dalle devastazioni del conflitto. C'è stato un tempo in cui il Fondo ha avuto una notevole quantità di programmi in corso sul Continente. Fino alla recente crisi finanziaria, tuttavia, la maggior parte degli europei presumeva di essere ormai fin troppo ricca per dover sottostare ancora una volta all'umiliazione di chiedere assistenza all'Fmi.
Benvenuti in una nuova epoca. L'Europa è ormai diventata l'epicentro della più consistente influenza dell'Fmi da svariati anni a questa parte. Numerosi importanti paesi - tra cui Ungheria, Romania e Ucraina - già ora beneficiano di cospicui prestiti dell'Fmi. E adesso nella zona euro si è concordato che il Fondo può intervenire in Grecia, e anche in Portogallo, Spagna, Italia e Irlanda qualora se ne dovesse presentare la necessità.
La rinascita dell'Fmi avvenuta negli ultimi anni è strabiliante. Castrato dalla retorica populista durante la crisi dell'indebitamento asiatico della fine degli anni 90, il Fondo ha dovuto combattere per dare nuove solide radici alle proprie politiche e per ricostruire la propria immagine. Quando nell'autunno del 2007 il timone dell'Fmi è passato nelle mani dal francese Dominique Strauss-Kahn, perfino i paesi poveri africani evitavano l'Fmi come la peste, preferendo di gran lunga stringere accordi con erogatori di prestito non tradizionali come la Cina. Venendo a mancare nuovi introiti, il Fondo ha dovuto procedere a drastici tagli di budget per garantire la propria sopravvivenza.
Che differenza può fare una crisi! Adesso l'Fmi è in vetta all'Olimpo. Nell'aprile 2009, i leader del G-20 hanno approvato un quadruplicamento delle sue capacità di prestito. L'aumento è apparso addirittura esagerato nella foga del momento, ma di fatto una buona fetta di quei capitali pare essersi materializzata. E per l'Europa gli aiuti non arrivano di sicuro troppo presto.