Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 30 luglio 2010 alle ore 08:00.
FIRENZE
Quattro specialisti italiani della logistica auto che operano nel porto di Livorno si uniscono per razionalizzare le attività, offrire prezzi più competitivi e attrarre nuovi produttori internazionali. «Vogliamo fare di Livorno il principale hub del Mediterraneo nel settore automotive», annunciano il gruppo Mercurio, Autotrade & Logistics, Giorgio Gragnani e Cilp della Compagnia portuale Livorno (Cpl).
Nei giorni scorsi le quattro società hanno dato vita alla joint venture Sealiv (Southern european autologistics Livorno), una srl partecipata al 40% da Cilp, al 26% ciascuno da Mercurio e Autotrade e all'8% da Gragnani. La nuova azienda, che sarà operativa dal 1 ottobre, parte da un volume di 280mila auto movimentate ogni anno, e si prefigge l'obiettivo del raddoppio entro il 2015.
«Oggi Livorno è il primo porto italiano per la logistica auto, con circa 450mila auto che però sono al 90% in ingresso – spiega Cesare Tambussi, amministratore delegato di Autotrade & Logistics –. Con la nascita di Sealiv vogliamo spingere sul transhipment, gestendo lo sbarco delle auto in arrivo dal Far East su navi transoceaniche, e il loro imbarco su navi più piccole dirette ai porti del Mediterraneo». Livorno si prepara dunque a fare concorrenza a Gioia Tauro, porto dove oggi sono concentrate le attività di trasferimento auto, ma anche a sottrarre spazio a scali come Capodistria, Tarragona, Valencia e ad alcuni porti sudafricani.
«Livorno può contare sulla vicinanza con le grandi fabbriche europee basate in Germania e Est Europa – aggiunge Tambussi – che nell'arco di 48 ore, con il trasporto multimodale, possono sbarcare qui le proprie auto e farle caricare nuovamente per raggiungere altri paesi». Per le attività di movimentazione e stoccaggio, la joint Sealiv avrà a disposizione i 150mila metri quadrati di piazzali della Darsena toscana sponda est, destinati a espandersi a 200mila, di cui 20mila coperti. Gli investimenti per la sistemazione delle aree e la creazione di nuovi servizi saranno definiti nel primo consiglio di amministrazione, previsto all'inizio di settembre. Per adesso l'impatto economico più evidente sul territorio sarà sul fronte dell'occupazione, destinata ad aumentare di pari passo con l'espansione dell'attività.