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Questo articolo è stato pubblicato il 31 luglio 2010 alle ore 08:00.
MILANO
Stop imprevisto per l'avvio delle prime gare riguardanti il sito e nuova proposta, formulata dal governatore Formigoni, per i terreni che dovranno ospitare la manifestazione. Ieri, come già avvenuto nei giorni scorsi, le vicende legate all'esposizione universale in programma nel 2015 a Milano si sono sviluppate su due canali paralleli.
Dal punto di vista operativo, il consiglio di amministrazione della società Expo 2015 si è concluso alle 13 con un colpo di scena. Il lancio delle sette gare europee per le opere relative alla piastra (praticamente tutto ciò che costituisce la base e che è preliminare alla realizzazione delle altre strutture), già non andato a buon fine nel cda di lunedì scorso, è stato soggetto a un ulteriore ritardo, nonostante già nove giorni fa l'amministratore delegato Giuseppe Sala avesse dato tutto per certo. Motivo del ritardo: è necessario dotare la società del modello organizzativo previsto dal decreto legislativo 231/2001 (Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni) e nominare il relativo organismo di vigilanza.
Possibile che l'ad non fosse a conoscenza di questo particolare? Come ha affermato lo stesso Sala ieri, «la procedura per dotarsi della struttura organizzativa prevista dal decreto è già in corso da tempo e la sua conclusione era prevista in ottobre, però il consiglio di amministrazione ha deciso di accelerare l'iter prima di dare il via alle gare». In realtà la decisione è stata imposta, più che proposta, dal collegio sindacale che da tempo ne invocava la realizzazione. «Si tratta di un elemento non obbligatorio – precisa il sindaco Beniamino Lo Presti – ma segno di un'avveduta e corretta amministrazione».
Via libera, invece, per lo stipendio dell'amministratore delegato, anche questo oggetto di dibattito nel cda di lunedì scorso. È stata prevista una parte fissa di 270mila euro più 130mila euro variabili legati al raggiungimento dei risultati che il consiglio di amministrazione definirà entro settembre. In sostanza una riduzione di 50 mila euro rispetto a quanto percepito dal precedente amministratore delegato.