Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2010 alle ore 18:41.
In tutti i paesi industrializzati il sistema previdenziale presenta costi sempre più insostenibili e parlare di innalzamento dell'età pensionabile è, dunque, sempre meno un tabù. A correre ai ripari sono un po' tutti i paesi, come certifica un'indagine del Wall Street Journal in edicola oggi. In Europa - terra del welfare più generoso del mondo - le proposte di cambiamento fanno parte di un vasto sforzo per rimettere a posto conti pubblici particolamente provati dagli ultimi anni di recessione.
In Germania, l'età è stata alzata - per uomini e donne - da 65 a 67 (è possibile, però, anticipare l'età a 65 anni, se si hanno almeno 45 anni di contributi), anche se il cambiamento avverrà a partire dal 2029. Il governo francese punta a far salire l'età pensionabile - entro il 2018 - dagli attuali 60 anni a 62. Cambiamenti simili sono previsti anche in Spagna, Portogallo e Irlanda. In Gran Bretagna, a differenza di quasi tutti gli altri Paesi europei, non è prevista la possibilità di andare in pensione anticipatamente. L'asticella normale per gli uomini è 65 anni, per le donne 60. Dal 2010 al 2020 è prevista, però, una graduale equiparazione a quota 65. Ai sudditi di Sua Maestà è ammessa,comunque, la possibilità «illimitata» di posticipare la data della pensione. Quanto all'Italia, è in vigore il cosiddetto sistema delle quote, in base al quale si consegue il diritto alla pensione al raggiungimento di una quota data dalla somma tra età anagrafica e contribuzione (almeno 35 anni di contributi). La finestra ordinaria di uscita dal lavoro è fissata a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, ma a partire dal 2012 l'età pensionabile per tutti gli statali sarà portata a 65 anni. Senza requisiti di età, invece, si potrà lasciare il lavoro con 40 anni di contribuzione.
Negli Stati Uniti, dove l'età ufficiale per andare in pensione è fissata a 67 anni, il sistema previdenziale di base è a ripartizione ed è finanziato con un'aliquota contributiva per prestazioni di pensionamento pari al 10,6%, ripartito a metà tra lavoratore e datore di lavoro. Accanto alla Social Security (sistema pubblico) esiste un sistema di previdenza complementare pensato per i lavoratori con redditi medio-alti che ricevono una prestazione pensionistica pubblica bassa. Infatti oltre ai piani previdenziali collettivi a contribuzione definita e a quelli a prestazione definita, si trovano i piani previdenziali individuali (Ira) e le polizze assicurative a scopo previdenziale (annuity). Le offerte previdenziali integrative abbondano.