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Questo articolo è stato pubblicato il 12 agosto 2010 alle ore 08:38.
Un fascicolo con 160 nomi, per altrettante denunce che saranno presentate domani mattina: «Erano già state predisposte da tempo, prima del fattaccio», spiega Giorgio Fidenato, presidente dell'Associazione agricoltori federati e proprietario del l'appezzamento di Vivaro, nel Pordenonese, dove era coltivato il mais Ogm "clandestino" devastato dal blitz no-global il 9 agosto. Si va dal procurato allarme all'apologia di reato, quest'ultima nei confronti del governatore del Veneto Luca Zaia.
La sera stessa l'imprenditore addentava una pannocchia in diretta su una tv locale: «Non pensavo si arrivasse a tanto – spiega – ma respiravo il clima di allarmismo di chi ha usato termini come contagio o infezione per gli Ogm, in un crescendo di affermazioni tese a creare paura e allarme. Parole grosse per una questione puramente economica, non di sicurezza o di sanità pubblica». A sua volta indagato per la semina indicata come geneticamente modificata – si attendono i risultati delle analisi – Fidenato è sereno: «Le sei piantine Ogm, quelle vere, sono al sicuro». L'azione di "disobbedienza civile" contro i vincoli alla sperimentazione, condotta tramite l'interramento di sei semi dichiaratamente Ogm in un terreno pubblico reso non riconoscibile proprio per evitare azioni di rappresaglia, era stata diffusa su Youtube in aprile, con aggiornamenti regolari sulla crescita delle piantine sul sito del Movimento libertario di Leonardo Facco, firmatario con Fidenato delle annunciate denunce.
Intanto, il fronte a favore del "principio di precauzione" registra l'adesione dell'assessore all'Agricoltura del Veneto Franco Manzato: «Appare evidente che, da parte del rappresentante di Governo Galan, questa tematica sia fortemente viziata da ossessioni di carattere personale. Io invece voglio sapere, e ho diritto di sapere, se sulla questione Ogm è cambiata la linea politica della maggioranza e del Governo stesso, se c'è stata una svolta a sostegno degli organismi geneticamente modificati e quali ne siano le motivazioni rispetto a una stragrande maggioranza parlamentare e del paese che è motivatamente contraria».