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Economia Gli economisti

Questa è effettivamente la più Grande Recessione di sempre (anche se non tutti amano sentirlo)

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Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2010 alle ore 18:57.

In America, se stuzzicate costantemente la destra intransigente, come faccio io, vi abituate a fretta a sentirvi accusare di essere dei bugiardi, solo perché presentate i fatti in un modo che il commentatore non gradisce. Se io scrivo, «Quando alla Casa Bianca c'era Clinton, l'occupazione cresceva di 236mila posti di lavoro ogni mes, da destra mi arrivano risposte come «È una bugia! Krugman non dice che all'epoca c'era la bolla di internet!», oppure «Krugman sceglie i dati che gli fanno comodo! Perché non parla di Jimmy Carter?».

Di recente ho notato che sta emergendo una tesi peculiare, e cioè che le persone come me esagerano la portata delle difficoltà finanziarie che attraversano attualmente gli Stati Uniti, e che le cose in realtà andavano peggio negli anni 70 e negli anni 80. Mi chiedo da dove provenga questa argomentazione: è stranamente simile alle cose che si sentono dire sulle radio di destra.

Ma la verità pura e semplice è che questa è effettivamente la Grande Recessione. Catherine Rampell, che cura il blog Economix sul sito del New York Times, recentemente ha sfornato un grafico aggiornato che mette a confronto questa recessione con le altre che si sono avvicendate dal 1970 in poi. I dati mostrano che dal dicembre del 2007, quando è cominciata la crisi tuttora in corso, l'economia ha perso circa il 5,4 per cento dei posti di lavoro (escludendo il settore agricolo). Comparando questi dati con quelli delle altre recessioni dal 1970 in poi, non c'è dubbio che questa è la più grave.

Ma potreste chiedere: il tasso di disoccupazione in passato non era più alto? Beh, se guardate il grafico in questa pagina, vedrete che nel 1982 per un breve periodo il numero dei senza lavoro aveva superato il livello massimo raggiunto in questa crisi. Ma all'epoca la disoccupazione di solito era di breve periodo, niente di paragonabile ai drammatici effetti corrosivi della disoccupazione di lungo periodo con cui dobbiamo fare i conti adesso. Perciò sì, questa è proprio la recessione peggiore di tutte.
Il che non vuol dire che in giro non ci sia chi racconta balle: la più recente tra queste è la posizione ufficiale del Partito repubblicano, secondo cui George W. Bush avrebbe lasciato al suo successore dei conti pubblici in discreto stato.

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Tags Correlati: Barack Obama | Catherine Rampell | Cnn | Fabio Galimberti | George W. Bush | Jimmy Carter | Paul Krugman | Politica | Stati Uniti d'America

 

Il senatore repubblicano del Kentucky Mitch McConnell, capogruppo dell'opposizione alla camera alta, a luglio ha dichiarato alla Cnn che durante «l'ultimo anno dell'amministrazione Bush, il rapporto deficit/Pil era del 3,2 per cento, largamente nei limiti di quello che la maggior parte degli economisti considera un deficit gestibile. Un anno e mezzo dopo, è quasi al 10 per cento». Dov'è l'inganno? Tanto per cominciare, i Repubblicani sperano che la maggior parte della gente non sappia che normalmente i dati sul bilancio sono calcolati non sull'anno solare ma sull'anno di esercizio, che comincia il 1° ottobre dell'anno precedente. Pertanto, quello di cui stanno parlando in realtà non è «l'ultimo anno dell'amministrazione Bush»: hanno tagliato via, molto comodamente, tutto quello che è successo dopo il tracollo della Lehman Brothers, il programma Tars e tutto il resto.

In secondo luogo, sperano che la gente non guardi a quello che è successo trimestre per trimestre. Andate a vedere il grafico riportato in questa pagina, che riporta l'indebitamento netto dello Stato federale in percentuale del Pil trimestre per trimestre, a partire dal 2007. Siamo d'accordo che il deficit del primo trimestre del 2009 (ricordiamoci che Barack Obama è entrato in carica solo il 20 gennaio, che il pacchetto di stimoli è stato approvato solo il 17 febbraio e che in pratica non era stato speso ancora niente per stimolare l'economia) non aveva niente a che fare con le politiche di Obama e che era a tutti gli effetti un lascito dell'era Bush? Il disavanzo era già schizzato a quasi il 9 per cento del Pil. Anche nel secondo trimestre del 2009, secondo il grafico, le politiche di Obama avevano appena cominciato a produrre i loro effetti, eppure il deficit superava già il 10 per cento del Pil.
Questo grafico in realtà ci dice che il deficit in larghissima è il risultato della recessione economica, non delle misure adottate da Obama. Ma i soliti noti vogliono farvi credere altrimenti. (Traduzione di Fabio Galimberti)

Sul Sole 24 ore di sabato 14 agosto verrà pubblicato un altro nuovo articolo di Paul Krugman sugli stimoli di bilancio per far ripartire l'economia.

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