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L'Italia mette un freno ai Tgv

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2010 alle ore 08:00.


MILANO
Anche il Tgv, il treno superveloce che collega Parigi a Milano (passando per Torino), deve piegarsi alle ferree leggi della sicurezza ferroviaria italiana.
Artesia, la società mista tra le ferrovie italiane (Fs) e francesci (Sncf) che gestisce i collegamenti tra Italia e Francia via Tgv, comunica che «l'omologazione dei treni secondo la normativa italiana causa una riduzione momentanea del numero di convogli atti alla circolazione in Italia». Tradotto dal burocratese: alcuni Tgv (non tutti) sono stati fermati per verificare che i sistemi di sicurezza installati sui locomotori rispettino gli standard fissati dalle Fs. Standard molto elevati, al punto che la rete ferroviaria italiana – secondo i dati Uic, organismo internazionale che riunisce tutte le aziende ferroviarie del mondo e del Cer, organismo a cui aderiscono 44 compagnie ferroviarie dell'Unione europea – è considerata la più sicura d'Europa.
Tecnicamente, l'ente che ha il compito di verificare il rispetto degli standard di sicurezza è il Riina, i cui tecnici proprio in questi giorni sono al lavoro sui locomotori del Tgv.
Artesia è corsa ai ripari, sospendendo le prenotazioni dei Tgv sul percorso internazionale per i viaggi fino al 31 agosto inclusi, mentre tali treni continuano a essere prenotabili sui percorsi francesi. Durante questo periodo, informa Artesia, «potrebbero essere necessari dei trasbordi dai Tgv verso mezzi di trasporto alternativi», in pratica verso un altro treno oppure un pullman. Il cambio di mezzo potrebbe verificarsi nelle stazioni di Chambéry o Modane (dalla Francia verso l'Italia), oppure in quelle di Milano, Novara, Vercelli, Torino Porta Susa, Oulx e Bardonecchia (dall'Italia verso la Francia). Insomma il disagio è evidente, anche se fonti di Artesia, interpellate dal Sole 24 Ore, assicurano che la continuità del servizio ferroviario tra Parigi e Milano «verrà comunque garantita».
In realtà, quando ieri si è diffusa la notizia dello stop alle prenotazioni per il Tgv, hanno subito preso quota le interpretazioni più maliziose. Nonostante la firma di un armistizio lo scorso aprile all'Eliseo, in occasione del vertice franco-italiano tra Sarkozy e Berlusconi, le relazioni tra Fs e Sncf sono tese da quando è stato annunciato l'ingresso della stessa Sncf con una quota del 20% nel capitale di Ntv, la nuova compagnia ferroviaria guidata da Luca Cordero di Montezemolo. Ntv farà concorrenza a Trenitalia sulla rete ad alta velocità italiana a partire dal settembre 2011. A seguito di tale mossa Trenitalia ha chiesto di operare con propri treni e personale in Francia. Di conseguenza, lo stop ai Tgv è stato subito letto come un nuovo capitolo della guerra ferroviaria tra Italia e Francia. Ma i diretti interessati, tutti interpellati dal Sole 24 Ore, hanno smentito con decisione tale interpretazione, spiegando che si tratta «solo ed esclusivamente di un problema tecnico legato alla sicurezza dei treni e per nulla riconducibile a una presunta guerra commerciale a distanza tra le ferrovie italiane e francesi».

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Tags Correlati: Artesia | Cer | Eliseo | Ferrovie dello Stato | Luca Cordero di Montezemolo | Milano | Sncf | Torino | Trasporti e viabilità | Trenitalia | Ufficio italiano cambi

 

Il problema tecnico ha una sigla: Scmt, che sta per sistema controllo marcia treni. È un sistema per la sicurezza che attua la protezione della marcia del treno, controllando la velocità massima ammessa, istante per istante. Ed è a questo tipo di sistema che i locomtori del Tgv si devono uniformare. Si spera entro il 31 agosto.
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