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Questo articolo è stato pubblicato il 21 agosto 2010 alle ore 08:00.
La Sony sta per lanciare un nuovo videogioco per la Playstation 3. È l'attesissimo Gran Turismo 5, la cui uscita fa fremere di desiderio da tempo in tutto il mondo milioni di appassionati di corse virtuali di automobilismo. Ma quel gioco fa anche fremere d'indignazione molti senesi, gelosissimi delle loro alte tradizioni: uno degli scenari in cui gareggiano i go-kart virtuali della Sony è Piazza del Campo. Quella del Palio. Invece dei cavalli nervosi e del mossiere, le immagini – con una grafica dal realismo impressionante – raffigurano le vetturette da gara mentre s'impegnano tra la curva di San Martino, il Palazzo pubblico, la curva del Casato e la Fonte Gaia.
Il Consorzio di tutela del Palio, che gestisce l'immagine delle diciassette contrade senesi, è insorto. Si sono rivolti agli avvocati. Vogliono che escano dal videogioco le bandiere di Giraffa, Tartuca, Pantera, Nicchio e di tutte le altre contrade nobilissime. Si sono rivolti agli avvocati per scrivere una lettera di fuoco alla multinazionale. E, forse, passare a iniziative più severe. Come chiedere ai giudici il sequestro del videogioco.
«Non è possibile usare le immagini delle contrade – spiega Anna Carli, amministratrice delegata del Consorzio per la tutela del Palio di Siena – in questo caso le bandiere, senza autorizzazione». Per anni, squadre di programmatori e graphic designer hanno lavorato sulla nuova "release" del gioco Gran Turismo, che piace soprattutto ai giocatori adulti. L'uscita è stata annunciata per il 3 novembre e già sono disponibili le "demo" con cui gli appassionati possono sperimentare il gioco.
I senesi si sono divisi. Quella gara tra go-kart virtuali giocata nella loro piazza spettacolare è un onore; è pubblicità indiretta alla città; può indurre l'arrivo di tanti turisti in più. Addirittura, si potrebbe chiedere alla Sony di pagare lauti diritti sull'uso degli stendardi delle contrade, dicono alcuni.
Niente di tutto ciò: ai contradaioli non interessa quel vil denaro. Hanno già rifiutato sponsorizzazioni generose e lotterie. Quando i cineasti vennero a Siena per girare alcune scene mozzafiato di un film di 007, dovettero condurre una trattativa estenuante con il consorzio, mentre per usare lo scenario delle piramidi di el-Giza se la cavarono in un battibaleno. «Più che trarre risorse economiche e pubblicità – conferma Carli – ci interessa che venga data un'immagine corretta della festa, delle contrade e della città».